C'è il ponte di Quarto e il costone di Castellammare, la curva del Pascone a Gianturco (tristemente nota per i tre morti e 58 feriti dopo un deragliamento nel 2010) e...
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Sono i tratti in cui, per una serie di ragioni che vanno dalla fatiscenza dei binari alla presenza di cantieri eterni, il treno è costretto a rallentare: da 90 deve scendere a 30 o 20 chilometri orari. A volte persino a 10. Deve procedere a passo d'uomo. I macchinisti lo sanno e stanno attenti, frenano fino a rispettare la velocità imposta, manovrano con cautela. Avviene, per esempio, nel tratto tra la stazione di Gerolomini e quella di Pozzuoli (Cumana) oppure tra Pianura a Quarto (Circumflegrea). O ancora a Castellammare (Circumvesuviana), dove dal 2009, quando un albero, staccatosi dal costone prospiciente la linea finì sulla linea aerea e da lì, penzolando, colpì il convoglio in transito all'altezza della stazione, è obbligatorio procedere a 20 chilometri orari.
A volte, però, non basta: l'Eav ha un armamento che ha fatto il suo tempo e anche i treni a disposizione sono sempre più vecchi. Ecco perché anche dove il pericolo non è segnalato può avvenire l'incidente: è accaduto l'altro ieri sera a Grotta del Sole, nei pressi di Monteruscello e pure meno di un mese fa nella stazione Cantieri, in direzione di Torregaveta. Nessun ferito, ma tanta paura. E la consapevolezza che nessuno può più garantire la sicurezza del viaggio. La manutenzione. La causa principale dello stato di precarietà della rete ferroviaria dell'Eav sta soprattutto nella manutenzione. Quella ordinaria è assente: da almeno quattro anni a questa parte, da quando cioè il debito della società è esploso in tutta la sua evidenza ed ha avuto ripercussioni sulla qualità del servizio, non esiste alcuna manutenzione programmata.
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Il Mattino