Ha la stessa anzianità aziendale dei treni più nuovi in servizio per la Cumana: 25 anni. Lui entrava nell'allora Sepsa, ora Eav, e sui binari cominciano a...
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Signor Mazzella, come macchinista, non sente di essere a rischio quando conduce un treno della Cumana?
«Assolutamente no. Non si corrono forti rischi. Sarei davvero un pazzo a mettermi alla guida di un treno se sapessi di mettere in pericolo la mia vita, quella dei passeggeri e il futuro dei miei figli».
Che idea s'è fatta dell'incidente di Torregaveta?
«Nello specifico non so risponderle. C'è un'inchiesta della magistratura che farà chiarezza. Aspettiamo per sapere».
Ma un'idea sua, con la sua esperienza, se la sarà fatta?
«Sicuramente non c'è stato errore umano da parte del personale a bordo».Un errore da terra?«Neanche. La Cumana ha il blocco elettrico centralizzato che predispone il percorso del treno da Montesanto a Torregaveta. Tutti i segnali vengono predisposti e controllati proprio dalla centrale di Montesanto. L'incidente, secondo me, è il capitolo di una lunga storia aziendale».
Intende dire che ci sono delle responsabilità dell'azienda?
«Non precisamente. La responsabilità è politica e riguarda i tagli selvaggi che sono stati fatti al sistema dei trasporti, almeno da sette-otto anni, se non prima. Vecchi i mezzi, vecchia la rete, binari e rete di contatto da verificare. Pochi fondi e manutenzione insufficiente».La manutenzione è un tasto dolente.«La manutenzione c'è e i colleghi che se ne occupano sono bravi, ma non è possibile farne quanto serve, con gravi disagi sulle corse...».
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Il Mattino