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Gli ingredienti del giallo ci sono tutti: l’auto di un noto avvocato casertano prende improvvisamente fuoco a poca distanza dal Tribunale di Napoli, e in breve il rogo si espande, danneggiando altre tre vetture parcheggiate. Spunta l’ipotesi del dolo: qualcuno, cioè, potrebbe aver causato volontariamente l’incendio.
Ricostruiamo quel che è accaduto. C’è chi parla addirittura di tragedia sfiorata a Napoli, perché quel misterioso rogo avrebbe potuto causare danni ben maggiori e forse anche qualche vittima. Ma partiamo dal principio: è la tarda mattinata di venerdì quando le fiamme e una densa colonna di fumo nero iniziano a sprigionarsi da piazza Enrico cenni, area prospiciente l’ingresso al pubblico del Tribunale di Napoli. Siamo al centro direzionale, zona sempre frequentatissima soprattutto negli orari canonici di apertura degli uffici, pubblici e privati.
Il fuoco avvolge una Bmw di proprietà di un noto e stimato professionista casertano: l’avvocato civilista Virginio Pennino, che ha lo studio a Capua. La vettura era stata parcheggiata nell’area seminterrata di un parcheggio. Il legale due mattine fa si era recato presso gli uffici della cancelleria del Tribunale partenopeo per consegnare alcune pratiche; dopo una ventina di minuti, mentre si trovava ancora negli uffici giudiziari, ha udito le sirene dei vigili del fuoco e, a quanto pare, dopo poco è stato allertato da una telefonata nella quale gli veniva comunicato che il suo fuoriserie era in fiamme.
A evitare che l’incendio assumesse proporzioni ancora più La prontezza di un passante ha evitato il peggio allertando subito i soccorsi. Le fiamme, che hanno distrutto la Bmw, poi si sono propagate fino a lambire altre tre auto, danneggiandole però solo lievemente. Il rogo è stato comunque domato e sul posto sono giunti anche gli agenti della Polizia di Stato: le indagini sono affidate agli uomini del commissariato Poggioreale.
Ma il mistero resta fitto, e i dubbi su ciò che può essere accaduto restano molti.
Dal canto suo, l’avvocato Pennino ha fornito alcune dichiarazioni agli agenti, chiarendo di non aver mai ricevuto minacce di sorta o intimidazioni che potrebbero portare a giustificare il rogo della sua auto come una vendetta. La vettura è stata sottoposta a sequestro per ulteriori accertamenti.
L’episodio solleva non pochi interrogativi anche con riferimento alla sicurezza di un’area ampia come quella della cittadella giudiziaria di Napoli che è peraltro molto controllata, sia in termini di presenza delle forze dell’ordine, sia di impianti di videosorveglianza. A proposito di telecamere: verifiche investigative sono già state disposte attraverso l’acquisizione di alcuni filmati che potrebbero rivelare qualche particolare utile a chi indaga sul misterioso rogo.
A parte il devastante incendio che colpì il 30 luglio del 1990 il nuovo Tribunale del centro direzionale, non si ha memoria di raid vandalici o di attentati incendiari ad auto del personale degli uffici giudiziari o di avvocati. Quello di venerdì sarebbe il primo episodio che pone, in ogni caso, interrogativi sulla sicurezza di una zona comunque sovraesposta a potenziali rischi.
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