Truffa online, la banca «condannata» al risarcimento di 7.000 euro

Truffa online, la banca «condannata» al risarcimento di 7.000 euro
La mail era identica a quelle solitamente inviate dalla banca: stesso logo, stessa grafica. E così ha cliccato sul link come l'istituto di credito sembrava suggerirgli...

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La mail era identica a quelle solitamente inviate dalla banca: stesso logo, stessa grafica. E così ha cliccato sul link come l'istituto di credito sembrava suggerirgli per annullare un'«operazione sospetta». Poi la sorpresa: dal conto corrente erano spariti quasi 15mila euro, inviati tramite bonifico istantaneo a un misterioso destinatario spagnolo. Ora, a distanza di quasi otto mesi, un 30enne sorrentino si vede restituita metà di quella somma. A deciderlo è stato l'Arbitro bancario finanziario, secondo il quale la banca «avrebbe dovuto verificare che la disposizione fosse realmente attribuibile al cliente».

 

In un primo momento, l'istituto gli aveva riaccreditato il denaro, salvo poi riprenderselo. Il motivo? L'operazione risulta «eseguita con i corretti codici di accesso alla banca online», benché carpiti attraverso una probabile frode informatica, sicché la banca non ha alcuna responsabilità. Ecco perché il 30enne, assistito dall'avvocato Giuliano De Luca, fa ricorso all'Arbitro bancario finanziario: l'operazione avrebbe richiesto l'inserimento di un codice generato dal token, che invece non è stato utilizzato, e la banca avrebbe dovuto comunque far scattare un allarme, visto che il bonifico era «sproporzionato e anomalo» rispetto ai movimenti di denaro eseguiti fino a quel momento dal cliente. Secondo l'istituto, invece, il correntista avrebbe incautamente fornito le proprie credenziali ai truffatori: prima di andare a buon fine, il bonifico era stato segnalato come sospetto tanto che, per completarlo, la vittima del raggiro aveva dovuto inserire altri codici. Alla fine, per l'Arbitro, è vero che il 30enne non ha custodito diligentemente le credenziali di accesso al conto, ma la banca non ha diligentemente verificato che il bonifico fosse attribuibile al cliente. Di qui l'ordine di versare a quest'ultimo 7mila 475 euro: un precedente importante, visto che in passato l'orientamento prevalente tendeva a penalizzare i correntisti poco attenti, ma anche l'ennesimo campanello d'allarme sul boom di frodi informatiche che da mesi si registra a Sorrento e dintorni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino