La mail era identica a quelle solitamente inviate dalla banca: stesso logo, stessa grafica. E così ha cliccato sul link come l'istituto di credito sembrava suggerirgli...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In un primo momento, l'istituto gli aveva riaccreditato il denaro, salvo poi riprenderselo. Il motivo? L'operazione risulta «eseguita con i corretti codici di accesso alla banca online», benché carpiti attraverso una probabile frode informatica, sicché la banca non ha alcuna responsabilità. Ecco perché il 30enne, assistito dall'avvocato Giuliano De Luca, fa ricorso all'Arbitro bancario finanziario: l'operazione avrebbe richiesto l'inserimento di un codice generato dal token, che invece non è stato utilizzato, e la banca avrebbe dovuto comunque far scattare un allarme, visto che il bonifico era «sproporzionato e anomalo» rispetto ai movimenti di denaro eseguiti fino a quel momento dal cliente. Secondo l'istituto, invece, il correntista avrebbe incautamente fornito le proprie credenziali ai truffatori: prima di andare a buon fine, il bonifico era stato segnalato come sospetto tanto che, per completarlo, la vittima del raggiro aveva dovuto inserire altri codici. Alla fine, per l'Arbitro, è vero che il 30enne non ha custodito diligentemente le credenziali di accesso al conto, ma la banca non ha diligentemente verificato che il bonifico fosse attribuibile al cliente. Di qui l'ordine di versare a quest'ultimo 7mila 475 euro: un precedente importante, visto che in passato l'orientamento prevalente tendeva a penalizzare i correntisti poco attenti, ma anche l'ennesimo campanello d'allarme sul boom di frodi informatiche che da mesi si registra a Sorrento e dintorni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino