I turisti sono arrivati eccome. E Napoli li ha accolti a modo suo, tra caos e bellezza, calore mediterraneo e disagi, disorganizzazione e vitalità, sporcizia e sorrisi. Via...
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Il campanile di Santa Chiara è affollatissimo, ma la folla di visitatori è costretta allo slalom tra i tronchi degli alberi caduti per il vento del 22 e non ancora rimossi. Venendo ai trasporti, la metro linea 1 ieri (a pranzo e intorno alle 17) è passata con la frequenza di ogni 15 minuti e la stazione di Toledo ha sfiorato il collasso per le troppe presenze: solo la fila per fare il biglietto, ieri pomeriggio, poteva durare 20 minuti. Ovviamente non tutti i turisti la pensano allo stesso modo, ma parlare con loro è parecchio istruttivo: «Io ho scelto Napoli perché è viva - spiega Lorenzo Guidi, che arriva dal Veneto e mentre parla è stritolato come una sardina in un vagone della Linea 1 - Questa è una città screpolata e autentica. Somiglia a Lisbona in questo senso: sono posti unici al mondo. Vengo qui per l'avventura, non certo per i servizi offerti».
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Vivo e sporco, accogliente ma pieno di disagi. Profumato e affollatissimo. Il primo assaggio delle contraddizioni del centro storico arriva già all'esterno della fermata Museo. La fontana monumentale con vista Mann spenta è circondata dall'accampamento di decine di clochard. Purtroppo, la sporcizia invade anche loro. All'esterno del museo non c'è fila. «Il costo del biglietto è stato alzato da 15 a 18 euro per questioni di spese da sostenere - spiegano alcuni dipendenti - Le visite sono un po' calate, ma oggi c'è boom per fortuna». Per il resto, il museo è completamente coperto da cantieri e impalcature. Quanto alla notizia dell'incendio circolata ieri mattina, «si è trattato solo di un petardo lanciato da un balcone - spiega un dipendente dal lato di Santa Teresa, mostrando un pannello di compensato bruciato - Niente di grave». Via Costantinopoli e piazza Bellini sono vivaci e piene, ma l'immondizia e gli alberi caduti e non raccolti non sono esattamente un belvedere. Sporcizia e discariche anche in via San Sebastiano e vico Santa Chiara. Nel campanile si alternano graziose botteghe natalizie e sacchi di immondizia, fusti crollati e opere d'arte, scritte spray e monumenti inestimabili.
La folla è davvero tanta, qui. Negozi pieni, facce serene, aria di festa tranne che per gli ambulanti abusivi: le attività di contrasto della polizia municipale, ieri pomeriggio, erano decisamente efficaci in via Toledo. La sporcizia però si fa viva un po' dappertutto: cartoni ostacolo in mezzo alla calca, sacchetti abbandonati a ridosso di palazzo San Giacomo, transenne e «zella» nella Galleria Umberto, un mare di carte e cartacce davanti all'ingresso di Palazzo Reale. Una gioiosa passeggiata di «carta sporca» a confermare la dose di verità del luogo comune. Immondizia e alberi anche sui marciapiedi di via de Pretis. Qui si incontra Leonardo Carcamo, che arriva da Santiago del Cile con famiglia al seguito: «Passeremo un mese in Italia e Napoli è la seconda città che visitiamo racconta La trovo sporca, più di Roma, e anche più pericolosa. Siamo venuti perché qui è un'avventura, come avevamo letto sulle guide». Partenope non si trucca, e a molti visitatori non dispiace. Vivono Napoli come un'esperienza di vita.
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Sulla Linea 1 si sta come sardine nel vagone. Attese di 15 minuti sia a pranzo sia intorno alle 17. Treni affollatissimi e stazione di Toledo al collasso. Nell'ora di punta ieri era difficile anche solo fare un passo per acquistare il biglietto o passare al tornello. Restrizioni per i bus turistici di Citysightseeing, che ha potenziato le corse: «Sull'itinerario di Posillipo abbiamo un problema che riguarda la chiusura al traffico di via Boccaccio per alberi crollati - spiegano dal botteghino in zona Maschio Angioino - In questi giorni i bus non accedono quindi in via Petrarca. Si arriva in via Posillipo e si torna indietro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino