Turisti, la Lombardia “pesca” a Napoli: un desk alla Stazione

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Turisti, la Lombardia “pesca” a Napoli: un desk alla Stazione
Una sede della Regione Lombardia nel cuore della Stazione centrale per “scippare” turisti a Napoli e portarli li al nord. Premesso che quella terra è bellissima...

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Una sede della Regione Lombardia nel cuore della Stazione centrale per “scippare” turisti a Napoli e portarli li al nord. Premesso che quella terra è bellissima e ricca di fascino, arte e cultura, non si tratta di una barzelletta perché basta andare alla Stazione per verificare. La sede è al centro della Stazione stessa ed è in bella vista con un tabellone che indica le località da visitare come la grande Milano, o Como la città cara ad Alessandro Manzoni, piuttosto che Bergamo o Brescia e chi più ne ha più ne metta.

Luci, tabelloni luminosi, cartine della Lombardia un mare di depliant che gentili ragazze, rigorosamente napoletane, distribuiscono ai curiosi. Cosa significa? Che c’è da andarne orgogliosi perché Napoli è un brand riconosciuto da chi di queste cose se ne intende e che la capitale del Mezzogiorno negli ultimi anni è piena zeppa di turisti tanto che la concorrenza la vengano a fare in trasferta.

A volere questo protocollo firmato con «Grandi stazioni ratail» è stata l’assessora della Regione Lombardia con deleghe al Turismo, marketing territoriale e moda Lara Magoni ex campionessa di sci. Si sa che i milanesi non fanno nulla a caso e infatti hanno studiato e bene i numeri. La Stazione centrale è terza - dopo Milano e Roma - per passaggi quotidiani ovvero 200mila al giorno che moltiplicati per 365 fanno circa 70 milioni. Per avere una idea di cosa si sta parlando a Capodichino, aeroporto sulla breccia, i transiti sono una decina di milioni. Insomma, gli italiani e non solo amano viaggiare in treno per la Penisola e vengono nella nostra città.

«Napoli - trapela - è una capitale del turismo nazionale e internazionale di qui la scelta della Regione Lombardia». Insomma scherzando, ma non troppo, potrebbe essere questa la prima sfida in chiave di Autonomia differenziata lanciata dal Nord e la Campania e la sua capitale ne devono tenere conto e si devono attrezzare per rendere sempre più accoglienti le nostre terre.

Un modello - quello di Napoli - che è apprezzato e incuriosisce gli imprenditori del turismo lombardi del resto se su 70 milioni ne acchiappassero solo un 5% già sarebbe un bottino di grosso spessore e allo stesso tempo una perdita per Napoli e la Campania. La sede della Regione Lombardia resterà attiva almeno fino al 31 dicembre e i lumbard la stessa operazione l’hanno fatto anche a Roma e Venezia altre due mete turistiche di livello. Fanno sul serio i milanesi ingolosiscono - nel vero senso della parola - chi entra nel negozio della Regione Lombardia i viaggiatori offrendo pacchetti mica da ridere. Basti pensare alla proposta di passeggiata «lungo la via Francigena con esperienze lungo il cammino per assaggiare liquori e distillati o bevendo “el vin de Milan”».

Va detto che sul bere e mangiare lo scippo lo hanno fatto già Salerno e Napoli con rispettivamente il miglior panettone tradizionale e il miglior pandoro artigianale 2022 pluripremiati proprio in Lombardia. Battute a parte si rinnova l’antico duello con Milano portata a esempio da seguire, quale locomotiva d’Italia a livello industriale e finanziario. Con Napoli che tenta di dismettere i panni della Cenerentola che specchia la sua bellezza nel Golfo ma questa volta cercando di trarre profitto dalle sue virtù. Certo, la classifica della qualità della vita - che va presa sempre molto con le pinze - comunque qualcosa racconta. Quella del 2021 vede Milano al secondo posto preceduta solo da Trieste e Napoli al novantesimo su 107 città.

Eppure i lumbard hanno scelto Napoli per fare marketing in funzione della Lombardia. E anche questo è un dato, vale a dire che la qualità della vita si misura ormai anche con altri indicatori e lo sanno pure loro. La sfida Milano l’ha lanciata, ma Napoli l’ha raccolta e rilanciata ce lo dicono i 70 milioni che transitano per la Stazione centrale e quei dieci che volano su Capodichino.

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Il Mattino