Ucciso dal monossido a Milano: lacrime per Francesco a Torre del Greco

L'ultimo straziante saluto di parenti e amici

Ucciso dal monossido a Milano: lacrime per Francesco a Torre del Greco
Lacrime, dolore e compostezza. E un pensiero anche per chi non c'era perché sta lottando per tornare alla vita di tutti giorni. Pietro Caputo ieri pomeriggio era...

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Lacrime, dolore e compostezza. E un pensiero anche per chi non c'era perché sta lottando per tornare alla vita di tutti giorni. Pietro Caputo ieri pomeriggio era idealmente presente insieme a familiari, amici e conoscenti ai funerali di Francesco Mazzacane, il ragazzo di 24 anni morto al Residence Segrate a causa delle esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi da una caldaia. In quella struttura il giovane di Torre del Greco era giunto a inizio ottobre, ospite di una catena di supermercati dove stava svolgendo uno stage lavorativo.



Era piena la basilica di Santa Croce, dove il viceparroco di Cappella Bianchini, don Ciro Scala, ha celebrato il rito funebre coadiuvato da don Aniello Di Luca, parroco della chiesa della Santissima Annunziata. All'esterno palloni di colore bianco e alcuni a forma di cuore. Vicino al carro funebre la scritta «show», una parola usata tra gli amici. In prima fila la mamma di Francesco, Maria Onesto, la donna che ha commosso l'Italia perché costretta ad accertare la morte del figlio, che in un primo momento era stato dato per vivo al posto del compagno Pietro, il 21enne di Torre Annunziata uscito dal coma e che giorno dopo giorno sta progressivamente migliorando.

A invocare una preghiera per Pietro è stato don Ciro Scala, che ha anche parlato di «compassione, che significa soffrire con, e oggi noi proviamo compassione per la mamma e i familiari di Francesco. Davanti alla morte di un giovane non ci sono parole, solo silenzio e preghiera. Soprattutto quando un giovane si allontana dalla propria terra per cercare un futuro diverso, visto che la nostra terra offre ben poco, quasi nulla. E poi tragicamente trova la morte, una morte così assurda».

A salutare Francesco per la famiglia è stata una cugina: «Sarai sempre protettore delle nostre anime e vite. Durante le notti passate insieme, mi confidavi con dispiacere immenso che ti mancava tanto il tuo papà: vogliamo credere che fosse arrivato il momento di recuperare questo tempo in un posto migliore. Affrontavi il dolore col sorriso, con le risate. Nel tuo stato di irrequietezza e di solitudine, ti ho visto cercare la felicità, che ha regnato nel momento in cui hai conosciuto Pietro». Anche un amico, Carmine, ha voluto parlare prima dell'uscita del feretro dalla basilica: «Ci siamo conosciuti 15 anni fa, ne abbiamo passate tante, bastava una chiamata e siamo sempre stati pronti a supportarci a vicenda».



Dal punto di vista delle indagini, è stato appurato che nel sangue di Francesco Mazzacane c'era una concentrazione di monossido di carbonio almeno cinque volte superiore ai limiti massimi. È uno degli aspetti più importanti emersi nel corso dell'autopsia sul corpo del 24enne eseguita all'obitorio comunale di Milano, i cui risultati complessivi saranno resi noti entro 60 giorni. A seguire le famiglie di Mazzacane e Caputo «Studio3A-Valore spa» tramite il consulente legale Vincenzo Carotenuto, a sua volta collaborato dall'avvocato penalista Laura Carla Bastia. Per la tragedia risulta indagato il proprietario del residence dove è avvenuta la tragedia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino