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Hanno promesso che al massimo in 15/20 giorni cancelleranno la gigantografia dedicata al babyrapinatore Ugo Russo che sorge su un palazzo di piazza Parrocchiella. Sarà lo stesso comitato «Verità e Giustizia» che aveva commissionato il dipinto a rimuovere il murale del 15enne ucciso da un carabiniere la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo del 2020, mentre, armato di una pistola-replica, tentava di rapinare, con un complice, l'orologio Rolex del militare. Dopo ormai quasi due anni e una lunga battaglia che ha impegnato i tribunali amministrativi, dal Tar al Consiglio di Stato, si avvicina l'epilogo per il discusso dipinto. Ieri l'ultima telefonata tra il segretario generale del Comune di Napoli, Pasquale Granata, e l'amministratore del condomino di piazza Parrocchiella. Palazzo San Giacomo, per volontà dell'assessore alla Sicurezza, l'ex questore di Napoli, Antonio De Iesu, aveva infatti dato un ultimatum: «Fateci sapere se rimuoverete voi il murale, altrimenti, dopo la sentenza definitiva del Consiglio di Stato, sarà lo stesso Comune a cancellarlo per poi addebitarne i costi di rimozione al condominio». Alla fine, sia per non incorrere in spese eccessive che per la presa d'atto dell'impossibilità a tenere ancora su quel muro la gigantografia del 15enne, è stato lo stesso papà del ragazzino ucciso, Vincenzo Russo, a comunicare che al massimo in un paio di settimane quel murale sarà rimosso. Una scelta vivamente apprezzata dal Comune e dallo stesso assessore De Iesu che non aveva intenzione di ricominciare una nuova querelle.
«Il murale - ha spiegato ieri il papà di Ugo Russo - è nato per chiedere verità e giustizia, ed ha svolto finora la sua funzione di denuncia.
«Apprezziamo molto - spiega l'assessore De Iesu al Mattino - la scelta della famiglia di Ugo Russo di procedere autonomamente alla cancellazione del murale. Da parte nostra non c'è alcun intento malevolo, ma solo la necessità di far rispettare la legge dopo che anche il Consiglio di Stato si è pronunciato dando ragione al Comune». Un dipinto, abusivo, che in questi anni ha aperto un forte dibattito in città sull'opportunità di far sorgere un omaggio per un ragazzino, sì ucciso, ma mentre commetteva un reato. Un tema che il Consiglio di Stato, nella sua sentenza, non ha neppure toccato, ma ne ha ordinato la rimozione perché abusivo. Pochi giorni e su quel muro non ci sarà più il volto del babyrapinatore.
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