«In 40 anni che lavoro qui, nella mia attività, non è mai successo un incidente all'interno della Solfatara». Armando Guerriero, titolare del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La dinamica è ancora tutta da ricostruire nel dettaglio, ma dalle prime indiscrezioni sembra che il fratello più grande abbia scavalcato la staccionata di legno che impediva l'accesso ai crateri dai gas velenosi. I genitori si sono precipitati per riportare il bimbo di 11 anni indietro, ma sono tutti e tre finiti nel cratere, precipitato sotto i loro piedi, e morti dopo pochi attimi per l'inalazione dello zolfo.
A nulla sono serviti i soccorsi delle guide e degli altri operatori della Solfatara che hanno estratto i corpi ormai senza vita. I tre cadaveri, a distanza di tre ore dalla tragedia avvenuta intorno a mezzogiorno, sono ancora sul luogo dell'incidente per le verifiche e le costatazioni sull'accaduto dopo l'arrivo del magistrato della Procura di Napoli. La Solfatara è una struttura di proprietà privata. I titolari saranno ascoltati dagli inquirenti per illustrare le misure di sicurezza che si adottano per tutelare i visitatori.
Racconta ancora Armando Guerriero: «All'interno, c'è un percorso indicato e tracciato da frecce. Ci sono steccati in legno che bloccano l'accesso nelle zone più pericolose, cartelli di avvertimento e lavorano anche alcune guide. Se poi qualcuno viola queste regole può rischiare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino