Università, il Sud si svuota: crollo di iscritti mentre cresce divario con il Nord

Università, il Sud si svuota: crollo di iscritti mentre cresce divario con il Nord
Con l’anno nuovo converrà discutere molto dell’università italiana, ed in particolare di quella del Sud. I cambiamenti avvenuti negli ultimi sette anni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Con l’anno nuovo converrà discutere molto dell’università italiana, ed in particolare di quella del Sud. I cambiamenti avvenuti negli ultimi sette anni sono stati infatti radicali, e per molti versi negativi. Senza una profonda riflessione e un mutamento delle politiche in corso, l’intero sistema dell’istruzione superiore italiano diventerà ancora più debole; quello del Mezzogiorno sarà a rischio di un ulteriore, drastico ridimensionamento. Non è proprio quel che serve all’Italia, alle sue regioni più forti e ancor più a quelle più deboli: nell’economia di oggi e ancor più di domani, contano le capacità dei lavoratori; e queste le fornisce, in misura significativa, proprio l’istruzione superiore.

Quel che è successo e il quadro attuale sono dettagliatamente documentati in un rapporto di ricerca, curato da chi scrive, che sarà pubblicato dall’editore Donzelli a fine febbraio, ma la cui sintesi è già disponibile sul sito della Fondazione Res di Palermo (www.resricerche.it), che l’ha promosso. Il messaggio di fondo è semplice: l’università italiana è diventata assai più piccola, e molto più squilibrata territorialmente; a danno del Centro-Sud, ed in particolare del Mezzogiorno.


Le cause di questa trasformazione sono molteplici. Non vanno taciute in primo luogo responsabilità degli atenei, specie del Sud: molti dati del Rapporto mostrano una capacità di innovarsi e migliorarsi che avrebbe potuto essere ben maggiore; materia per riflettere e agire. La demografia non aiuta: con un calo della popolazione più giovane, che si manifesta molto più a Sud che a Nord a causa della differente presenza di immigrati. La crisi economica aiuta ancora meno: con le difficoltà, specie per le famiglie di reddito più modesto, di coprire i costi dell’istruzione superiore, significativamente aumentati; e con un crescente scetticismo sull’utilità degli studi: ingiustificato, ma alimentato da una discussione pubblica assai superficiale. L’esito di questi fattori si vede anche nel calo degli immatricolati, che si verifica in tutto il paese; ma in misura più intensa al Sud, dove nel giro di un decennio sono scesi da 136 mila a meno di centomila.

  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino