Il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, scrive una lettera aperta agli operatori del turismo, della ristorazione, della balneazione ma anche del commercio e dell'artigianato....
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«Immagino quanta sofferenza abbiate vissuto voi, insieme alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori, a causa di un virus sconosciuto, violento e subdolo che non soltanto ha bloccato, minato e, in diversi casi, annullato le vostre attività lavorative, professionali e produttive, ma ha anche diffuso pericolo di contagio e di morte. Tutto questo ha arrecato gravi danni psicologici, morali e materiali, imponendo una nuova mentalità, una realtà inedita e inimmaginabile, comportamenti e stili di vita sconvolgenti», scrive il cardinale.
Napoli tutta, sottolinea, «vuole rialzarsi, riscattarsi, rinascere a nuova vita». «Capisco le vostre grandi difficoltà nel contemperare e coniugare ripresa, schemi lavorativi e rispetto delle regole - scrive ancora - In questo certamente siete pronti a mettere la vostra bravura, la vostra arte, la vostra professionalità, ma da soli non ce la farete mai se non trovate comprensione e giusta interlocuzione nelle Istituzioni che non possono essere soltanto quelle politico-amministrative ma tutte quante perché insieme si facciano prevalere diritti e doveri ma trovando opportune intese e opzioni che favoriscano la ripresa, il lavoro, la economia».
«Bisogna fare rete e Napoli, quando è stata interpellata su questo versante, ha dimostrato di esserci, attraverso la responsabile e proficua disponibilità di tutti i settori della società - conclude - Il futuro di Napoli, delle vostre famiglie, dei vostri figli, dei vostri collaboratori è nelle vostre mani che saranno adeguatamente forti se non sarete lasciati soli con le vostre difficoltà e sarete accompagnati in una vicenda e uno sforzo che sembra di parte ma che, in effetti, porta al bene comune». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino