Reithera, il volontario napoletano vaccinato resta senza green pass: «Ora chi mi tutela?»

Reithera, il volontario napoletano vaccinato resta senza green pass: «Ora chi mi tutela?»
Vaccinato e con un elevato numero di anticorpi contro il virus Sars-Cov2 ma senza alcuna possibilità, almeno al momento, di poter usufruire del green pass. Questa è...

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Vaccinato e con un elevato numero di anticorpi contro il virus Sars-Cov2 ma senza alcuna possibilità, almeno al momento, di poter usufruire del green pass. Questa è la storia di Ilario Arena – 26enne napoletano – e di altre novecento persone in tutta Italia che lo scorso Marzo, si sono sottoposte alla sperimentazione del vaccino italiano Reithera. Una partecipazione volontaria e coraggiosa ad una profilassi attualmente ferma per mancanza di fondi che però, non da loro diritto alla carta verde. 

«Ho ricevuto la proposta di vaccinarmi – afferma Ilario – verso la fine di Marzo quando ancora per quelli della mia età non erano previste tempistiche. Mi sono sentito un privilegiato anche perchè entravo a far parte di una sperimentazione tutta italiana. L'ho fatto per il bene collettivo e per spingere le persone a vaccinarsi. Dopo un anno di restrizioni, mi sembrava l'unico modo per tornare alla normalità. Ovviamente noi eravamo consapevoli che il vaccino non sarebbe stato approvato prima dell'autunno ma non immaginavamo neanche una situazione così. Ora il problema è legato al green pass a cui non abbiamo diritto ed è assurdo che quelli come me, circa novecento persone che hanno deciso di donarsi alla scienza, non siano catalogati come soggetti vaccinati. Io ho creduto e credo fermamente nel nostro stato e nelle potenzialità dei nostri medici. Ma ora mi domando: chi ha il dovere di tutelarci?».

 Un quesito a cui Ilario e gli altri vaccinati con Reithera si pongono da tempo ed a cui chiedono di rispondere, affinché sia garantita la loro libertà ed i loro posti di lavoro. «Siamo in una situazione difficile – conclude – e non sappiamo come fare per mantenere il lavoro. Le nostre vite potrebbero essere ancora “interrotte” e questo sarebbe inconcepibile. Alla fine siamo persone vaccinate con un numero di anticorpi elevato. Non possiamo sottoporci ad altri vaccini e questo ci tiene bloccati in un limbo senza fine. Ecco perchè chiediamo allo stato di riconoscerci come persone protette al pari degli altri vaccinati. Forse, guardando a come si stanno sviluppando i fatti, non lo rifarei più ma sono comunque felice di aver dato il mio contributo».

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Il Mattino