Vaccino Covid a Napoli, l'ira dei prof pendolari: «Noi rimasti senza dosi»

Vaccino Covid a Napoli, l'ira dei prof pendolari: «Noi rimasti senza dosi»
I pendolari della scuola si sentono nel limbo. Dove devono essere vaccinati, sempre che si vogliano sottoporre all'inoculazione del siero? Le regole cambiano tra regione e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

I pendolari della scuola si sentono nel limbo. Dove devono essere vaccinati, sempre che si vogliano sottoporre all'inoculazione del siero? Le regole cambiano tra regione e regione, non esiste una linea unica emanata dal ministero dell'Istruzione e della Salute. Dalla Campania al Lazio si muovono - si stratta di una media - tra personale docente e personale amministrativo oltre 5mila persone. Hanno contratti a termine, altri sono di ruolo. E non sanno cosa dovranno fare.

In Campania è compito dei dirigenti scolastici raccogliere le adesioni del personale e chi dice sì alla campagna vaccinale (il primo gruppo di 400 persone della scuola è stato convocato venerdì pomeriggio, si è seguito anche ieri e andrà avanti anche nei prossimi giorni, compreso oggi) deve poi nella piattaforma fornire i dati, codice fiscale, tessera sanitaria, rispondere ad un questionario con il quale si indicano la presenza di alcune patologie e comunque i dati per una prima anamnesi del candidato al vaccino, una volta completata la procedura si viene poi chiamati. Nel Lazio funziona diversamente. Non sono i dirigenti scolastici a raccogliere le adesioni ma è il medico di base. Questo è il punto. Chi non ha il medico di famiglia resta fuori dalla campagna vaccinale dei prof pur lavorando a scuola. «Insomma - dicono gli insegnanti - occorre uscire da questo impasse burocratico». La questione è stata posta in primis dalla Uil. E in seguito anche dagli altri sindacati. Il consigliere regionale Severino Nappi ha chiesto di sbloccare rapidamente questa situazione «perché il destino di migliaia di persone non può essere appeso all'inefficienza burocratica». Il problema non sfugge all'assessore regionale all'Istruzione Lucia Fortini che ha ricevuto numerose segnalazioni. «Non escludo che il tema - spiega - possa essere affrontato nel corso di una prossima conferenza Stato-Regioni».

La stessa problematica è stata sollevata dal segretario della Uil scuola nella regione Lazio. «Se lo scopo delle vaccinazioni è proteggere insegnanti e studenti - spiega Saverio Pantuso - poter accedere alla vaccinazione costituisce un'ineludibile protezione per loro e le rispettive famiglie. Tutti gli operatori delle scuole laziali, docenti e non docenti, devono essere ammessi alle vaccinazioni per il Covid 19, a prescindere dalla residenza anagrafica o dall'iscrizione negli elenchi degli assistiti presso un medico di base della Regione». «È noto - aggiunge - che diversi dipendenti scolastici, soprattutto con contratto a tempo determinato, non risiedono anagraficamente nella Regione Lazio e molti sono i pendolari - prosegue Pantuso - ma se vogliamo proteggere colleghi e studenti l'accesso alla vaccinazione diventa inevitabile. Dovrà assolutamente prevalere il principio per cui è la sede di servizio a determinare l'accesso al vaccino».

Fino ad oggi il personale docente che è stato convocato alla Mostra d'Oltremare per essere vaccinato si è dovuto recare sempre di pomeriggio. Ma nel caso in cui fosse convocato di mattina cosa accade? Il quesito è stato posto da alcuni dirigenti scolatici - sarebbero poco più di una decina - all'assessore Fortini. Se ci fossero tante assenze si creerebbero dei problemi. Non solo. C'è il nodo permessi. «Allo stato attuale - spiega il coordinatore Uil scuola Napoli Luigi Panacea - chi viene convocato per il vaccino deve prendersi un giorno di permesso per visita specialistica, o malattia. Permessi ai quali non sono dovuti ricorrere il personale sanitario che si è sottoposto all'immunizzazione senza alcuna richiesta di congedo». Chiarimenti che sono stati chiesti anche da Luisa Franzese direttore dell'Ufficio scolastico regionale al ministero di viale Trastevere.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino