Vaccini a Napoli, la svolta al Cotugno: «Sperimentazione ok, il farmaco italiano è pronto»

Vaccini a Napoli, la svolta al Cotugno: «Sperimentazione ok, il farmaco italiano è pronto»
Orgoglio napoletano dietro il primo vaccino italiano anti-Covid messo a punto da Reithera, l’azienda biotech che ha sede presso il Tecnopolo di Pomezia in cui però...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Orgoglio napoletano dietro il primo vaccino italiano anti-Covid messo a punto da Reithera, l’azienda biotech che ha sede presso il Tecnopolo di Pomezia in cui però batte un cuore napoletano (il grosso dei ricercatori sono infatti del Ceinge e della Federico II).

Dopo la conclusione della sperimentazione di fase 2 (relativa ad efficacia e sicurezza) ha ricevuto nei giorni scorsi parere positivo alla fase 3 (che prelude all’utilizzo sul mercato), da parte di importanti agenzie regolatorie internazionali, inclusa l’Ema che governa questo settore in Europa. Ora si attende il via libera anche dell’Aifa per proseguire lo studio. A mancare è l’ultimo tratto più oneroso della ricerca che prevede l’arruolamento di decine di migliaia di persone. Un traguardo in vista del quale il ministero della Salute e il governo italiano avevano messo nel piatto i finanziamenti necessari. L’iter alla fine dello scorso maggio ha subito uno stop per il semaforo rosso fatto scattare della Corte dei conti. Una battuta d’arresto da ricondurre alle perplessità della comunità scientifica internazionale sui vaccini a virus vettore. La tecnologia del farmaco messo a punto da Reithera è infatti molto simile a quella utilizzata da AstraZeneca e Johnson & Johnson ma i risultati raggiunti finora sono molto incoraggianti. 

Il Cotugno di Napoli è capofila in Italia della sperimentazione. «In ospedale – avverte Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento di infettivologia del polo infettivologico partenopeo – abbiamo arruolato il maggior numero di volontari tra i 24 centri che in Italia partecipano alla ricerca. Su 923 persone sane ne abbiamo selezionate 83. Di questi 65 hanno avuto inoculato il vaccino (in singola o in doppia dose) e 28 un placebo (niente farmaco) senza che nessuno sapesse in quale gruppo fosse stato arruolato». «In nessun volontario – continua Punzi – sia a Napoli sia in altri centri, sono stati registrati eventi avversi gravi. Al massimo la febbre e dolori articolari o cefalea. Per contro è stata rilevata un’ottima immunogenicità e protezione dall’infezione. Nel 93 per cento dei casi dopo prima dose e nel 99 per cento dopo i richiami si sviluppa uno scudo immunitario attivo anche contro le varianti con lo sviluppo di una memoria immunitaria cellulare molto robusta non dosabile con il semplice prelievo di sangue. La memoria immunitaria è fondamentale per la protezione dalle infezioni virali». Tutti i volontari sono molto contenti ma c’è un inconveniente per loro: non hanno la possibilità di ottenere il green pass. Un nodo che potrebbe affrontare la Regione ma che investe il livello ministeriale. 

Reithera è un’azienda tutta italiana ma ha un cuore partenopeo. A Castel Romano sono infatti impiegati un centinaio di ricercatori del Ceinge di Napoli dove ha avuto origine l’originaria start-up “Okairos” che poi ha mutato pelle in Reithera senza sostanziali modifiche negli assetti societari. «Era il 2007 quando lo scienziato italiano Riccardo Cortese - ricorda lo scienziato napoletano Franco Salvatore, tra i fondatori del Ceinge - dopo numerosi successi nel campo della ricerca di base all’estero e in Europa decise di fondare a Napoli la Biotech Okairos.

Insieme ad alcuni ricercatori (e co-fondatori oggi ai vertici di Reitera come Antonella Folgori, Stefano Colloca ed Alfredo Nicosia), Cortese mise a punto una nuova tecnologia per lo sviluppo di vaccini usando gli Adenovirus di primati, innocui per l’uomo, depotenziati con tecniche di ingegneria genetica e in grado di trasportare l’informazione genetica per immunizzare contro virus patogeni per l’uomo». Tecnologia che fu messa a punto proprio nei laboratori di Napoli. Il Ceinge insieme al polo clinico e universitario della Federico II e di biotecnologie favorì la formazione di un gruppo di giovani scienziati di cui più di cento sono ancora oggi impiegati nella Biotech romana. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino