Venere degli stracci in fiamme a Napoli, petizione per Simone Isaia: «Il carcere di Poggioreale non può curarlo»

Un carcere con oltre duemila detenuti a fronte di una capienza di circa 1.600 con gravi problemi collaterali

Carcere di Poggioreale
Simone Isaia, il giovane clochard di 32 anni accusato di aver dato alle fiamme la Venere degli stracci dell’artista Michelangelo Pistoletto, è rinchiuso nel carcere...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Simone Isaia, il giovane clochard di 32 anni accusato di aver dato alle fiamme la Venere degli stracci dell’artista Michelangelo Pistoletto, è rinchiuso nel carcere di Poggioreale sin dal 13 luglio 2023, dove sta vivendo il dramma delle carceri in tutta la sua complessità. Ha bisogno di cure fuori dal carcere, perché lì non può essere aiutato. Il carcere di Poggioreale è quello più affollato d’Europa.

Simone Isaia è in una cella con altri sette detenuti. Una cella destinata per quattro. In una condizione psichica molto provata. La stagione estiva è diventata in carcere insopportabile perché acuisce le problematiche di salute dei cardiopatici e anziani, e soprattutto dei soggetti con gravi patologie psichiche, come Simone Isaia.  

Ecco cosa denuncia Luigi Castaldo, segretario regionale del Consipe: «Il carcere napoletano conta 2000 detenuti, 500 oltre la capienza tollerabile, è dotato di un esiguo personale sanitario, e le difficoltà operative per il già risicato personale di Polizia Penitenziaria, costretto in molte occasioni ad operare in urgenza per ricoveri ospedalieri fuori sede, mettendo in discussione la sicurezza interna del penitenziario partenopeo. La grave carenza di organico sanitario e penitenziario, genera un mix esplosivo. Auspichiamo che i vertici della Sanità campana si rendano conto di cosa stiano gestendo e in quale struttura stanno operando: questa totale mancanza di preoccupazione è molto rischiosa per tutti». È necessario che si faccia una riflessione sulle condizioni di vita dei detenuti con gravi patologie di salute, tra queste i malati psichici che sono sempre i più abbandonati dalle istituzioni.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino