Alberi, sentieri e droni: ecco la rinascita del Vesuvio

Alberi, sentieri e droni: ecco la rinascita del Vesuvio
Da un paesaggio spettrale e cinereo alla vita ritrovata anche se le ferite provocate dal fuoco non saranno mai cancellate del tutto. A cinque anni dal grande incendio che...

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Da un paesaggio spettrale e cinereo alla vita ritrovata anche se le ferite provocate dal fuoco non saranno mai cancellate del tutto. A cinque anni dal grande incendio che interessò 3.000 ettari del Parco nazionale del Vesuvio danneggiandone oltre 400, si tirano le somme di ciò che è stato fatto per rimarginare quelle ferite e su quanto c'è ancora da fare.



In cinque anni, dopo i terrificanti giorni tra il 5 luglio e la fine di agosto 2017, quando le fiamme lambirono le case a ridosso del Parco costringendo decine di famiglie a evacuare le proprie abitazioni, l'ente parco guidato da Agostino Casillo ha lavorato a un ambizioso piano (non a caso denominato «Grande progetto Vesuvio») che si è snodato su due direttrici: la bonifica e il recupero delle aree percorse dal fuoco, con particolare attenzione alla biodiversità, alla sicurezza e al dissesto idrogeologico. Un piano che ha consentito di risanare i sentieri storici di risalita al Somma-Vesuvio che si diramano dai tredici comuni del parco e, allo stesso tempo, di mettere in campo azioni di monitoraggio e prevenzione del rischio incendi. Un'attività costante e in progress, svolta in sinergia con i ministeri della Transizione ecologica e dell'Agricoltura, con la Federico II, la Regione, i Comuni, i carabinieri forestali e i vigili del fuoco e, aspetto non secondario, con l'apporto di aziende private di primo piano come Misura, Ikea, Mellin, AzzeroCo2.



Dopo i roghi si è proceduto innanzitutto a restituire al vulcano ciò che il fuoco aveva distrutto, ovvero le sue aree verdi. In cinque anni sono state piantate oltre 10mila piante offerte da aziende private e sono stati recuperati e riaperti tre sentieri (il 7, Vallone della Profica; il 9, il Fiume di Lava; l'11, la Pineta di Terzigno).

Allo stesso tempo, si è investito sulla prevenzione e la sicurezza potenziando il sistema di videosorveglianza (9 punti di dorsale wireless, 17 telecamere a fuoco fisso e 15 motorizzate, lettori tag totem e due droni) grazie a un accordo tra ente parco e vigili del fuoco. Ogni anno, dal 15 luglio al 15 settembre periodo a rischio roghi - due presidi fissi dei vigili del fuoco (a Ercolano e Terzigno) monitorano l'insorgere dei focolai per intervenire tempestivamente. «Alla luce degli elementi che abbiamo raccolto, frutto di accurate diagnosi scientifiche realizzate da esperti come i professori Antonio Saracino e Danilo Russo delle facoltà di Agraria, Biologia e Scienze sociali della Federico II, il dato che è emerso è che il Vesuvio ha mostrato resilienza ai roghi», spiega Stefano Donati, geologo e direttore del parco.

Dei 400 ettari danneggiati dal fuoco, la gran parte riguardava le foreste antropizzate e i pini domestici che, nonostante le credenze popolari, non sono autoctoni del Vesuvio. «Le specie della macchia mediterranea, come lecci, sugherelle, roverelle, castagni, corbezzoli, ginestre, querce, sono le meno intaccate per cui - aggiunge Donati - stiamo rinaturalizzando a campione anche le pinete con un mix di nuove piante. Abbiamo già agito su diversi ettari e adesso, con i fondi del ministero della Transazione ecologica, interverremo su due aree di 40 ettari ciascuna». Anche la fauna e la mesofauna (lepri, conigli, selvatici, tassi, istrici, volpi, pipistrelli, volatili) hanno ripreso la loro naturale attività.

Grazie al piano antincendio e all'azione di prevenzione, i roghi estivi degli ultimi anni sono risultati meno dannosi. «Gli incendi - osserva Donati - sono gli stessi in termini numerici, ma dal punto di vista dei danni gli ettari coinvolti si sono ridotti da decine a poche unità». Ovviamente, ne ha giovato anche il turismo. Dopo i cali dovuti all'incendio prima e alla pandemia poi, il 2021 si è chiuso con quasi 200mila visitatori, il doppio degli anni precedenti. E anche la tendenza del 2022 va in questa direzione nonostante le problematiche relative alla gestione del piazzale a Quota Mille (biglietteria, mancanza di bagni, assenza di wi-fi).
 

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Il Mattino