Una pista ciclabile abusiva realizzata in piena riserva naturale e percorsa dai bikers anche durante la fase 1, in barba a ogni divieto e perpetrando una serie di reati contro...
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LE INDAGINI
Secondo gli inquirenti, la pista è stata percorsa fino a qualche giorno fa, quindi nel periodo in cui vigevano le restrizioni anti Covid, per cui il danneggiamento dell'ecosistema è stato continuativo. Più di un reato, in realtà, hanno commesso i «bikers criminali»: «danneggiamento delle opere di protezione e del fondo terriero, deturpamento delle bellezze naturali, disturbo delle specie animali, modificazione del regime delle acque». La formazione di solchi determinati dal passaggio delle biciclette ha creato problemi al regime idrico delle acque, causando frane e ampliando il rischio idrogeologico. I carabinieri hanno interdetto l'area, già vietata come le altre riserve, e fanno sapere che i controlli procederanno in maniera serrata anche con l'utilizzo di foto trappole. La riserva Tirone Alto è una delle più affascinanti del parco: per la flora, oltre al pino domestico e il pino marittimo, si trovano esemplari di pino nero d'Austria, leccio, ontano, castagno e betulla mentre sui muretti in pietra lavica si scorgono piante come l'ombelico di Venere e orchidee selvatiche; per la fauna è segnalata la presenza di volpe, faina, scoiattolo, merlo, usignolo e il colubro di Esculapio, serpente innocuo con livrea bruno-giallo lucente.
LE REAZIONI
Le principali associazioni vesuviane di bikers, come la Mtb Vesuvio, presieduta da Massimo Ginelli e la Vesuvio Mtb, presidente Gerardo Ciampa si dissociano dall'illecito. «Sono vicino con tutti gli associati al lavoro dei forestali ha detto Ginelli - ai quali abbiamo sempre dato il massimo supporto e auspichiamo che tutti i bikers che frequentano il Vesuvio e le sue inestimabili bellezze, rispettino l'unicità della sua biodiversità cercando di preservarla».
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Il Mattino