«Negli ultimi anni assistiamo ad una rapida ed incontrollata trasformazione delle città che incide pesantemente sulla vivibilità e sul patrimonio monumentale,...
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A ciò si aggiungono esibizioni estemporanee di artisti di strada percussionisti, “bonghisti” ed abili maestri dell’arte “amplificata” che sia di giorno che di notte esercitano le loro doti attirando centinaia di persone. L'effetto dello sviluppo "spontaneo" di attività economiche che, per farsi concorrenza, aggirano ogni regola, cercando di conquistare clienti a colpi di "cicchetti" e decibel sparati in strade, piazze e agglomerati urbani del centro storico e di altri quartieri, mina alla base la vivibilità della città».
Anche via Aniello Falcone, che fino a poco tempo fa era considerato il salotto buono della Napoli bene, è peggiorata e nelle ore notturne, come si vede nel video amatoriale di un cittadino, i centinaia di giovani creano il tifo da stadio dando anche fuoco ai fumogeni.
Il chiasso, gli schiamazzi notturni, i rumori talvolta assordanti, la clientela che chiacchiera fuori dal locale, la musica ad alto volume sono tutti sintomi di fortuna e di incassi per bar ed esercizi commerciali.
Il diritto alla salute è un diritto costituzionale, deve essere tutelato e non può essere pregiudicato per nessuna ragione. Il disturbo alla quiete del cittadino è spesso causato da manifestazioni sonore moleste e da vari fenomeni di illegalità che, quando disturbano la pace e la tranquillità domestica, sono sempre illecite.
Per combattere e difendere il cittadino vittima della movida selvaggia il “Comitato per la quieta pubblica napoletana e la vivibilità cittadina” ha redatto un vero e proprio decalogo con le norme da seguire, prima tra tutte la chiamata alle forze dell’ordine (113 Polizia, 112 Carabinieri. 081-7957111 Polizia Municipale). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino