Via Marina a Napoli, lavori flop e i tombini sprofondano

Via Marina a Napoli, lavori flop e i tombini sprofondano
Nella prima delle due foto di questa pagina c'è un ciclomotore che transita di fianco a un tombino sprofondato; nel ritaglio di giornale che vedete stampato sulla...

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Nella prima delle due foto di questa pagina c'è un ciclomotore che transita di fianco a un tombino sprofondato; nel ritaglio di giornale che vedete stampato sulla destra c'è un articolo del Mattino del 30 di gennaio che segnalava la pericolosità dei tombini di via Marina. Quel giorno avevamo fotografato lo stesso tombino che adesso è venuto giù, noi c'eravamo accorti che avrebbe ceduto, abbiamo cercato di farlo notare ma nessuno s'è mosso. Così, dopo quasi quattro mesi, lo sprofondamento c'è stato.

E a quel guaio se ne sono aggiunti tanti altri, così via Marina è diventata un percorso ad ostacoli fra sprofondamenti e reti di protezione per evitare guai seri ad auto e moto. Insomma, quella strada è tornata ad essere un pericolo.

A dire la verità la richiesta di interventi urgenti per i tombini mezzi sgangherati di via Marina l'aveva, formalmente, presentata il Provveditorato alle opere Pubbliche in un articolato documento spedito a Palazzo San Giacomo all'inizio del 2021. L'attenzione verso quella situazione di degrado stradale era stata sollecitata dall'associazione Aririna, rappresentata dall'avvocato Massimo Mazzucchiello: si era rivolta al Provveditorato segnalando la pericolosità di gran parte dei chiusini di quell'arteria che, in larga parte, è stata recentemente rimessa a nuovo al termine di lavori durati un'eternità.

Quella segnalazione venne accolta con attenzione e interesse dal Provveditorato che non si accontentò della segnalazione dell'associazione ma inviò sul campo un gruppo di tecnici ad osservare personalmente. Quella missione si concluse con una relazione accuratissima, densa di fotografie sulle quali c'erano stampati anche latitudine e longitudine dei pericoli, per consentire al Comune di intervenire presto e bene. 

Il Provveditorato chiarì al Comune che tutti quei tombini sconnessi alle auto potevano generare solo disturbi o disagi per la guida, per gli ammortizzatori e per gli pneumatici «mentre per i conducenti dei veicoli a due ruote, siano essi dotati o meno di motore, tali dislivelli potrebbero favorire l'insorgenza di fenomeni di instabilità del mezzo, particolarmente in presenza di fondo stradale bagnato». Insomma, tra le tante segnalazioni si chiarì che quella situazione era realmente pericolosa e andava affrontata con immediatezza.

Anzi, per definitiva chiarezza il Provveditorato alle opere Pubbliche spiegò al Comune che «emerge l'esigenza di provvedere ad effettuare le manutenzioni e gli interventi che si riterranno idonei ad assicurare la regolarità del piano stradale. Si richiamano a tal proposito gli obblighi previsti dall'articolo 14 del Codice della Strada, in capo agli enti proprietari, di manutenzione, di gestione e di pulizia non solo delle strade ma anche delle loro pertinenze ed arredi, nonché delle attrezzature, dei relativi impianti e servizi, nonché del controllo tecnico dell'efficienza delle strade e delle relative pertinenze. Si resta in attesa - concluse il Provveditorato - di assicurazioni in merito alla risoluzione delle problematiche segnalate». 

L'attesa si è rivelata, evidentemente, vana. Qualche piccolo intervento nei giorni successivi alla ricezione della missiva venne eseguito. Poi Palazzo San Giacomo s'è dimenticato di via Marina e dei tombini pericolosi, ha nascosto in un cassetto le foto inviate dal Provveditorato e pure quella pubblicata dal Mattino. Nessuno ha fatto più nulla e i risultato, adesso, sono plateali.

Quei tombini stanno sprofondando e adesso rimetterli a posto sarà più complicato e costoso. Peccato, perché la questione poteva essere affrontata, e risolta, per tempo.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino