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«I prezzi dei carburanti sono cresciuti al punto da diventare insostenibili, bisogna aumentare il costo dei biglietti sulle vie del mare». Gli armatori non vogliono sentire ragioni, «così non si può andare avanti», precisa subito Salvatore Ravenna, direttore dell'Acap, l'associazione che raggruppa la quasi totalità delle aziende marittime che operano nel Golfo di Napoli. Gli armatori campani lamentano la mancata attuazione, da parte della Regione, degli atti amministrativi necessari per recepire gli accordi che pure erano stati raggiunti a ottobre scorso durante una riunione a cui parteciparono anche diversi sindaci dei comuni serviti dalle vie del mare. «Non sono arrivate risposte concrete - sottolinea Ravenna - e per questo abbiamo scritto una lettera al presidente della Regione Vincenzo De Luca, al presidente della commissione Luca Cascone e ai sindaci di tutti i comuni delle isole. Se non riceveremo in tempi brevi risposte adeguate con atti amministrativi - ribadisce Ravenna - procederemo autonomamente agli aumenti che riguarderanno sia i passeggeri sia i pendolari». La lettera è stata indirizzata anche al Prefetto e contiene «laddove non si arrivi a concretizzare gli impegni presi», un vero e proprio ultimatum: dal 1 gennaio 2022 aumenti del 5% del costo del biglietto ordinario e addirittura del 100% del costo degli abbonamenti per i pendolari. Facilmente immaginabile, nel caso si arrivasse a questo, il clima che si determinerebbe: sono migliaia gli studenti e i lavoratori che ogni giorno si spostano da e per Ischia, Capri, Procida e la terraferma, ma anche tra Sorrento e Napoli.
«Noi operiamo - sottoline Ravenna - senza contributi o finanziamenti regionali o nazionali.
Il direttore dell'Acap è sicuro: «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo - insiste - e sostenuto già perdite molto rilevanti. Ora è necessario un intervento pubblico se di vogliono continuare a mantenere le attuali tariffe. In caso contrario, lo diciamo con assoluta chiarezza, andremo avanti autonomamente con gli aumenti per bilanciare gli aumenti dei costi. Dobbiamo evitare assolutamente - è la conclusione - esposizioni pericolose per le aziende che gestiscono i servizi sulle vie del mare».
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