Violenza sulle donne e stalking, a Napoli venti denunce al giorno

Violenza sulle donne e stalking, a Napoli venti denunce al giorno
Codice rosso. A quasi un mese dall’entrata in vigore della nuova legge in materia di reati di violenza domestica e di genere ci sono già i primi dati, utili a...

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Codice rosso. A quasi un mese dall’entrata in vigore della nuova legge in materia di reati di violenza domestica e di genere ci sono già i primi dati, utili a fotografare una triste realtà. Sono in media venti le denunce che ogni giorno arrivano in Procura a Napoli. Venti nuovi casi quotidiani, dunque, tra Napoli e la provincia. Il che si traduce in nuovi fascicoli di indagine, numerosi tanto se non più di quelli della Dda.

 
È un dato che impone riflessioni. Venti denunce in media al giorno sono tante e confermano un trend che si era registrato anche nei mesi scorsi, prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Vuol dire che il fenomeno è diffuso e dalle statistiche emerge che è trasversale, che non riguarda soltanto un ceto sociale o una parte di territorio ma interessa tutti e si diffonde in contesti privati, all’interno delle mura domestiche, anche di quelle famiglie che all’apparenza possono sembrare insospettabili, famiglie alla “Mulino bianco” per citare un riferimento ideale reso noto da una famosa pubblicità. E così i casi che arrivano all’attenzione dei magistrati sono numerosi e la mole di fascicoli pareggia se non supera quella delle indagini contro la camorra. La realtà, quando si parla di violenza e soprattutto di quella contro le donne e i minori, è in rapido cambiamento, ed evolve tristemente anche sulla spinta dei social e delle nuove tecnologie. La violenza di genere non è solo quella domestica, che si consuma con gli abusi e le vessazioni ripetute all’interno di un ambiente familiare, ma è anche quella dello stalking, delle molestie via social, delle minacce di diffondere sul web video e foto privati. 

In Procura a Napoli i reati contro le cosiddette fasce deboli sono da tempo la priorità. Il procuratore Giovanni Melillo aveva già improntato l’organizzazione dell’ufficio in questo senso firmando una direttiva in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, e il procuratore aggiunto Raffaello Falcone, che guida il pool di magistrati specializzati in indagini su questi particolari tipi di reati, aveva già coordinato il lavoro dei sostituti in modo da trattare con tempestività i casi più delicati e urgenti. La direttiva del procuratore Melillo è stata indirizzata a fine luglio ai vertici di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia ferroviaria, polizia postale e polizia stradale, e ai vertici della polizia locale e della città metropolitana, capitaneria di porto, prefettura e provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, con l’obiettivo di adottare una comune linea di azione nell’attuazione delle disposizioni previste dalla nuova legge che introduce nuove fattispecie di reato e nuove aggravanti, eleva le pene per alcuni dei reati già esistenti e sotto il profilo procedurale prevede una sorta di corsia preferenziale per le indagini. In Procura a Napoli la sezione che si occupa dei Reati contro le fasce deboli è composta da dieci sostituti procuratori e i turni di reperibilità garantiscono una copertura totale, h24, per i casi più urgenti. 

Tra le principali novità introdotte dalla nuova legge c’è l’obbligo per la polizia giudiziaria di comunicare con immediatezza la notizia di reato ed è previsto che la comunicazione sia depositata presso l’ufficio del pubblico ministero nel più breve tempo possibile, entro e non oltre le 24 ore da quando viene acquisita, in modo da consentire al pm di adottare con tempismo tutte le decisioni del caso e le iniziative necessarie alla tutela delle vittime. La nuova legge dà disposizioni anche sulle particolari cautele da adottare per limitare il disagio della vittima quando viene ascoltata per raccogliere informazioni sul caso, sia essa maggiorenne o minorenne. In Procura a Napoli è attiva da tempo una sala ascolto utilizzata proprio per l’audizione delle vittime di violenza e già prima dell’entrata in vigore della nuova legge era stato predisposto un turno giornaliero di reperibilità di esperti psicologi, stabilito con cadenza trimestrale, per l’audizione di minori e in generale di vittime di violenze che si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità. Tra le altre novità è stato previsto l’ascolto della parte offesa entro tre giorni dalla notizia di reato e l’allontanamento urgente dell’autore del reato dalla casa familiare. 


Le statistiche tracciano una sorta di identikit sia delle vittime degli autori più frequenti di violenze di genere. Le vittime sono solitamente donne, hanno tra i 35 e i 45 anni di età e si decidono a denunciare il marito, il compagno o il genitore solo dopo ripetute vessazioni, solo dopo anni e anni di calvario. Gli autori delle violenze sono più spesso uomini, hanno tra i 30 e i 55 anni di età e in molti casi sono stati essi stessi, da bambini o da ragazzi, vittime o spettatori di violenze domestiche. 
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Il Mattino