Vittorio Carità morto a Napoli, una siringa accanto al cadavere: ​ipotesi overdose

Vittorio Carità morto a Napoli, una siringa accanto al cadavere: ipotesi overdose
Il sangue sul pavimento, il corpo ormai senza vita riverso nel salone, una siringa e - poco più in là  - una chiazza di sangue. È la scena dinanzi alla...

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Il sangue sul pavimento, il corpo ormai senza vita riverso nel salone, una siringa e - poco più in là  - una chiazza di sangue. È la scena dinanzi alla quale si sono trovati i vigili del fuoco, i primi ad entrare nella casa dove viveva Vittorio Carità, ai Quartieri spagnoli.

Qualcuno, non vedendolo da ore e insospettito perché il cellulare squillava a vuoto, si era preoccupato e aveva dato l’allarme. Poco dopo sono giunti sul posto anche gli agenti della Questura. Tutto appariva in regola, all’interno di quell’appartamento: ogni cosa al suo posto, nessun segno di effrazione su porte e finestre, nessuna traccia di violenza. In casa non mancava niente. E se non fosse stato per quella siringa sul pavimento, l’ipotesi di un malore fatale sarebbe stata quella più accreditata. Ma quel particolare  - che di per sé, da solo neanche può dire molto - merita ora un necessario, indispensabile approfondimento.


E così sul tragico caso della morte di chi viene descritto come “l’ultimo dandy napoletano” indaga adesso la Polizia di Stato. Va fatta subito, in premessa, una precisazione: ogni morte sospetta merita un’indagine approfondita e verifiche investigative rigorose. E naturalmente la sola presenza di una siringa accanto ad un cadavere da sola non autorizza a trarre affrettate conclusioni. Proprio per questo, di fronte alla scomparsa di uno tra gli uomini più eclettici e raffinati di Napoli, cautele e condizionali restano d’obbligo. 

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Anche perché, come emerge dalle testimonianze di chi conosceva e voleva bene a Vittorio Carità, il 59enne negli ultimi mesi appariva sempre più come un uomo tormentato, e probabilmente in lotta costante con un nemico subdolo e invisibile chiamato depressione. Sia chiaro: Carità non aveva mai perso il tratto di uomo brillante, sagace e talvolta anche irriverente, verso se stesso e gli altri; eppure qualcosa lo tormentava, come emerge anche dalla lettura di alcuni suoi post su Facebook. Pur non escludendo al momento alcuna pista (compresa quella  del suicidio), gli investigatori sembrano nutrire più di un dubbio sulla ipotesi dell’aggressione. La Procura ha pertanto disposto l’esame autoptico sul corpo del 59enne. Quando in casa i pompieri sfondarono la porta per entrare la vittima giaceva priva accanto a ampie chiazze di sangue. E dunque ora bisognerà attendere il risultato dell’autopsia, già disposta dalla Procura di Napoli, per conoscere le reali cause della sua morte. Un atto dovuto. Se l’esame medico legale dovesse confermare il decesso per un malore improvviso e fatale, il fascicolo si chiuderà. 

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Se dovessero invece emergere dall’esame tossicologico elementi riconducibili alla assunzione di sostanze letali, allora il quadro investigativo assumerebbe contorni tutti da definire. E potrebbe ipotizzarsi un’indagine su persone da identificare, le quali in teoria potrebbero avere avuto un ruolo nella tragica fine di Vittorio Carità. Gli investigatori stanno anche esaminando il telefono cellulare ed alcuni documenti della vittima.
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Il Mattino