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«Domani primo febbraio come comunità del Vittorio Emanuele II abbiamo deciso di occupare l’edificio De Sanctis per rivendicarci la possibilità di creare un sistema scolastico diverso. A seguito di un anno e mezzo di chiusure, crediamo che la riappropriazione della spazi di socialità all’interno della scuola, sia fondamentale, rendendo i luoghi della formazione realmente attraversabili da tutti», così in un comunicato gli studenti del liceo classico.
«Riteniamo che la pandemia - prosegue il comunicato - abbia sia creato nuove problematiche sia acuito ed evidenziato quelle che nel sistema scolastico sono strutturali ormai da anni. Questa situazione inoltre non è stata facilitata in alcun modo dai metodi di gestione attuati, i quali non sono riusciti e non riescono ancora oggi a rendere la scuola uno spazio sicuro per la comunità scolastica tutta.
Il governo si rifugia nella retorica delle scuole sicure e dà per archiviata la Dad, ma ogni giorno a causa dell’elevatissimo numero di contagi sempre più classi sono costrette a ricorrere a questa logorante e odiosa modalità didattica. È evidente la totale mancanza di investimenti nell’edilizia scolastica e nei mezzi di trasporto, fondamentali per garantire realmente a tutti il diritto all’istruzione».
«Siamo ormai stanchi di ripetere quanto la didattica a distanza sia uno strumento alienante, che ha totalmente eliminato la socialità, distruttiva sotto il punto di vista psicofisico; classista, in quanto non tutti gli studenti hanno una situazione familiare in grado di sostenere le spese richieste; per di più del tutto inefficiente.
Gli studenti che risultano positivi sono costretti, ora alla didattica mista, ora ad assentarsi per variati giorni senza poter partecipare alle lezioni. A conferma del fatto che la scuola non è e non è mai stato un posto del tutto sicuro e che il governo non si sia mai realmente interessato al benessere e all’effettiva formazione degli studenti, riportiamo quella che è una delle più grandi controversie del sistema scolastico, ovvero l’alternanza scuola lavoro, la quale negli scorsi giorni si è resa di nuovo tristemente nota», conclude.
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