Era diventato l'incubo degli anziani nei quartieri del Vomero e dell'Arenella, un trucco semplice semplice per sottrarre denaro e oggetti di valore e via di corsa, per...
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L'imbroglio funzionava così. Prima una telefonata all'anziano scelto come bersaglio, nella quale Pirozzi camuffava abilmente la voce fingendosi il figlio o il nipote della vittima: «Mi dovresti fare un favore, ti consegneranno a casa un pacco per me e bisogna pagare una certa cifra, in contanti oppure con qualche oggetto di valore, un gioiello, vedi come mi puoi aiutare. Se non hanno i soldi subito potrei avere qualche guaio con la legge...poi passo da te e sistemiamo tutto».
Accertato che il vecchietto era caduto in trappola, partiva la fase due. Pirozzi smetteva l'abito del figlio/nipote e indossava quello dello spedizioniere. Si presentava al domicilio dell'anziano, scendeva dall'auto, consegnava il prezioso pacco (e che pacco: un bel rottame di computer, camuffato da prodotto nuovo di zecca) incassava il corrispettivo in denaro o gioielli e spariva nel nulla, per poi ricomparire in un altro palazzo dei quartieri collinari.
Per ogni truffa messa a segno, l'imbroglione seriale incassava da 600 a 2mila euro. Quante ne abbia commesse in tutta la sua «carriera» non è ancora dato sapere: la Questura ha deciso di rendere pubblica la foto dell'arrestato in modo che le sue vittime, anche quelle che non hanno denunciato (per paura o per vergogna, come purtroppo accade spesso tra gli anziani), possano riconoscerlo e contattare la polizia.
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Il Mattino