«Qui crolla tutto: fate presto»: è l’appello drammatico che a Casoria i residenti della zona di San Mauro lanciano all’amministrazione comunale a...
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«C’è sicuramente la volontà di ridurre i tempi morti e di lavorare sodo nell’interesse della collettività – replica il consulente tecnico del Comune, Antonio Boemio – Gli esperti nominati dal giudice si sono subito mostrati molto attenti al problema e questo è un buon inizio».
L’area interessata è sotto sequestro da parte della Procura di Napoli Nord. Attraverso un pool di consulenti tecnici, i magistrati vogliono scoprire eventuali responsabilità per la voragine che ha squarciato il cuore della città. Può il nuovo dispositivo antitraffico varato dall’ex commissario Santi Giuffrè e tenuto in vigore, per quell’area del centro storico, dal sindaco, in qualche modo aver contribuito al disastro? È stata solo una fatalità o c’è la mano dell’uomo? Interrogativi che hanno spinto il pm Vincenzo Lanni a indagare oltre il primo cittadino, Raffaele Bene, e l’ex questore Giuffrè anche il comandate dei vigili Sciaudone e il capo dell’ufficio tecnico Napolitano. Si tratta di una procedura d’ufficio per consentire di nominare i consulenti di parte e verificare insieme agli esperti nominati dal giudice le reali cause della voragine. Che, secondo le previsioni più ottimistiche, dovrebbe essere riparata per ottobre, data indicata dai tecnici anche per estrarre dagli inferi il camion zeppo di rifiuti. «Tutta quella spazzatura lasciata marcire è un’autentica bomba ecologica. E poi, se dovesse piovere cosa potrebbe accadere?», incalzano ancora i residenti. Nell’ultimo ventennio sono stati almeno una quindicina i crolli in città a causa di un sottosuolo groviera per la presenza di caverne, cunicoli e antri creati in passato dall’attività estrattiva, indiscriminata e continua, di materiale tufaceo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino