Voragine nel Napoletano, il camion sprofonda ancora: «Qui crolla tutto, fate presto»

«Qui crolla tutto: fate presto»: è l’appello drammatico che a Casoria i residenti della zona di San Mauro lanciano all’amministrazione comunale a...

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«Qui crolla tutto: fate presto»: è l’appello drammatico che a Casoria i residenti della zona di San Mauro lanciano all’amministrazione comunale a distanza di oltre due settimane dalla maxivoragine del 1 luglio che ingoiò letteralmente un autocompattatore dei rifiuti, da cui miracolosamente uscì illeso l’autista. «Il camion va sempre più giù, a dimostrazione di un sottosuolo friabile e instabile: se dovesse venire giù una bomba d’acqua la situazione potrebbe improvvisamente precipitare», spiegano i 17 sfrattati per il disastro idrogeologico. «Saremmo lieti di concedere alla nuova amministrazione tutto il tempo per organizzare il lavoro e affrontare con serenità la complicatissima gestione della città, ma le circostanze impongono ben altro atteggiamento», si legge, tra l’altro, in un comunicato dei residenti che minacciano di scendere in piazza per chiedere di accelerare i tempi.

 
«C’è sicuramente la volontà di ridurre i tempi morti e di lavorare sodo nell’interesse della collettività – replica il consulente tecnico del Comune, Antonio Boemio – Gli esperti nominati dal giudice si sono subito mostrati molto attenti al problema e questo è un buon inizio».


L’area interessata è sotto sequestro da parte della Procura di Napoli Nord. Attraverso un pool di consulenti tecnici, i magistrati vogliono scoprire eventuali responsabilità per la voragine che ha squarciato il cuore della città. Può il nuovo dispositivo antitraffico varato dall’ex commissario Santi Giuffrè e tenuto in vigore, per quell’area del centro storico, dal sindaco, in qualche modo aver contribuito al disastro? È stata solo una fatalità o c’è la mano dell’uomo? Interrogativi che hanno spinto il pm Vincenzo Lanni a indagare oltre il primo cittadino, Raffaele Bene, e l’ex questore Giuffrè anche il comandate dei vigili Sciaudone e il capo dell’ufficio tecnico Napolitano. Si tratta di una procedura d’ufficio per consentire di nominare i consulenti di parte e verificare insieme agli esperti nominati dal giudice le reali cause della voragine. Che, secondo le previsioni più ottimistiche, dovrebbe essere riparata per ottobre, data indicata dai tecnici anche per estrarre dagli inferi il camion zeppo di rifiuti. «Tutta quella spazzatura lasciata marcire è un’autentica bomba ecologica. E poi, se dovesse piovere cosa potrebbe accadere?», incalzano ancora i residenti. Nell’ultimo ventennio sono stati almeno una quindicina i crolli in città a causa di un sottosuolo groviera per la presenza di caverne, cunicoli e antri creati in passato dall’attività estrattiva, indiscriminata e continua, di materiale tufaceo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino