Voto di scambio per le elezioni regionali del 2015. È questa l'accusa per il consigliere regionale di Forza Italia Armando Cesaro, per suo padre, il parlamentare...
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L'inchiesta è uno sviluppo delle indagini sulle infiltrazioni dei clan nel Pip di Marano che, nel maggio scorso, portò all'arresto di Aniello e Raffaele, ma in queto caso non si configura l'aggravante mafiosa e il fascicolo è in capo alla procura di Napoli Nord.
Secondo il quadro accusatorio tratteggiato dal pm Simone De Roxas, sarebbero stati promessi posti di lavoro in cambio di voti per favorire l'ascesa elettorale di Armando Cesaro. I Cesaro sono rappresentati dagli avvocati Vincenzo Maiello e Paolo Trofino.
Non si è fatta attendere la replica del coordinamento regionale di Forza Italia, divulgata attraverso una nota diramata questa mattina. «Ormai non sorprendono più gli interventi giudiziari alla vigilia di consultazioni elettorali - si legge dal documento -. Puntuale, come in passato, giunge, con l’immancabile clamore mediatico, un avviso di garanzia per esponenti di primo piano del nostro Movimento: all’onorevole Luigi Cesaro ed ai consiglieri regionali Flora Beneduce ed Armando Cesaro viene contestata una ipotesi di voto di scambio in relazione a fatti che, secondo la tesi accusatoria, sarebbero avvenuti tra il maggio ed il giugno del 2015 in occasione cioè delle ultime elezioni regionali.
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Il Mattino