Whirlpool Napoli, la rabbia degli operai: lavoratore colto da malore, bloccato lo svincolo autostradale

È ormai massima la tensione che si respira tra gli ex lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli che questa mattina sono tornati a scioperare per le strade...

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È ormai massima la tensione che si respira tra gli ex lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli che questa mattina sono tornati a scioperare per le strade della periferia orientale della città. Bloccando, per quasi 2 ore, alcuni accessi dell’Autostrada A3 posti a ridosso dell’ex stabilimento di lavatrici, tra i quartieri Gianturco e Ponticelli.

Momenti di spavento si sono registrati, intorno alle 13, all’accesso autostradale di via delle Repubbliche Marinare dove un uomo, colto da malore, si è accasciato sull’asfalto tra l’incredulità di manifestanti ed automobilisti bloccati nel traffico. «Non ce la faccio più, sto impazzendo, litigo con mia moglie e i miei figli» ha gridato l’uomo in preda all’agitazione per il momento delicato e i timori sul proprio futuro occupazionale, a rischio dall’ormai lontano maggio del 2019. Verso le 14, invece, una delegazione di Rsu, insieme ai segretari territoriali dei sindacati, è stata ascoltata in prefettura dal Prefetto di Napoli, Claudio Palomba.  «Ci ha detto – spiegano i lavoratori - che si attiverà per un incontro congiunto con Comune e Regione per far sciogliere questa matassa affinché si riesca a capire se c’è realmente un piano industriale per far uscire allo scoperto le intenzioni del Consorzio». 

Nonostante siano passati oltre mille giorni, dall’inizio della vertenza, le ombre sul futuro dei 317 metalmeccanici restano ancora tante. Sullo sfondo, invece, persiste la rabbia per gli sviluppi del piano di reindustrializzazione del sito di via Argine, per il quale lo scorso 1 marzo si sarebbe dovuto tenere un nuovo tavolo ministeriale. Un incontro che, visti i ritardi e le problematiche palesate negli ultimi mesi dal Consorzio - che dovrebbe acquisire lo stabilimento – e l’assenza (almeno per il momento) di un piano industriale effettivo per il rilancio del sito, è stato spostato dall’esecutivo – solo nella serata di ieri –al prossimo 23 marzo. Nel mentre sono già saltate tutte le scadenze, promesse ai lavoratori negli ultimi tempi dagli esponenti del Governo che seguono la delicatissima vicenda. 
 

Questa mattina i sindacati di Fim,Fiom e Uilm hanno così chiamato a raccolta le tute blu per un assemblea straordinaria tenuta nel Cral dei lavoratori, oggi in regime di disoccupazione dopo le lettere di licenziamento collettivo arrivate ai metalmeccanici lo scorso novembre 2021. Tra quest’ultimi la rabbia è palpabile, mentre in tanti cominciano ad essere scettici sul futuro del consorzio che dovrebbe creare un’Hub della mobilità sostenibile che riassorbirebbe tutti gli operai. «Solo chiacchiere e promesse. Non sappiamo nulla al momento di questo Consorzio, speriamo solo che esista veramente» ha spiegato un lavoratore, in preda all’amarezza, prima dell’inizio dell’assemblea. «Dopo mille giorni di vertenza – racconta Antonello Accurso, segretario aggiunto Uilm Campania – siamo ancora alle ipotesi. Il 6 agosto il governo ci aveva detto, mentre noi insistevamo per non far andare via la Whirlpool, che aveva una proposta a cui stava lavorando già da un anno. Sono passato tre mesi dai licenziamenti ed ancora non si parla di progetti industriali, non si parla di cosa si vuole fare su via Argine. Vogliamo subito un progetto industriale, che parta da qui, per rioccupare tutti i 317 lavoratori».  «Questo – precisa Accurso – ci deve essere garantito, dal Governo in primis, ma anche dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli che non possono stare alla finestra».
 

All’assemblea, oltre ad informare gli operai sulla nuova convocazione ministeriale, le parti sociali hanno approfittato per puntare il dito della responsabilità anche nei confronti delle istituzioni locali. Solo ieri, infatti, le organizzazioni sindacali hanno inviato una missiva diretta al governatore della Regione, Vincenzo De Luca, l’assessore al Lavoro di Palazzo Santa Lucia, Antonio Marchiello, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e il Prefetto, Claudio Palomba, affinché «al prossimo tavolo – chiariscono i sindacati - siano presenti tutte le istituzioni». «A seguito del mancato incontro (al Mise Ndr) – si legge sulla lettera redatta dalle parti sociali - previsto con il governo per il 1/3/2022, sulla vertenza in oggetto per la presentazione del progetto industriale, vi chiediamo un incontro urgente preoccupati per i risvolti sociali e per le possibili ripercussioni di ordine pubblico». 

Risvolti che difatti non si sono fatti attendere. Così a termine dell’assemblea, intorno alle 11 e 50, circa 160 operai hanno inscenato un corteo di protesta – scortato dagli agenti delle forze dell’ordine – lungo le strade di Napoli Est prossime allo stabilimento produttivo. Ma stavolta il grido «Napoli non molla», tra gli slogan principali dei lavoratori in questi tre anni di vertenza, non c’è stato. Con un corteo che si è tenuto in un rigoroso e sorprendente silenzio, mentre alcune lavoratrici hanno tenuto capovolto, a testa in giù, lo striscione portato negli ultimi tempi nelle piazze di tutta Italia: «Oggi niente cori siamo stanchi, vorremmo solo tornare a lavoro» ha raccontato un operaio mentre la protesta arrivava verso via delle Brecce. 
«A nostro malgrado – spiega il segretario della Fiom di Napoli, Rosario Rappa – siamo costretti a ricorrere, sempre, ad iniziative di lotta per attivare i tavoli. Fin a quando non c’è un percorso definito che da una via finale al processo di reindustrializzazione siamo costretti a manifestare». «E’ una fase – sottolinea Rappa – in cui Prefettura, Regione e Comune, devono svolgere un ruolo attivo rispetto al processo di definizione dell’Hub industriale. Dal momento in cui la Regione ha titolo, sia sul versante dei finanziamenti del Pnrr che sul versante della formazione». 

«Stanno dimostrando – spiega, invece, Giovanni Striano, segretario della Fim di Napoli – la volontà di perseguire l’obbiettivo che ci siamo dati che il Governo si era impegnato a fare: realizzare nel sito ex Whirlpool questo Consorzio. I lavoratori, pertanto, continueranno a far sentire la propria voce perché ormai sono in Naspi (la disoccupazione ndr) che dura due anni e noi non possiamo arrivare alla fine di questo percorso senza aver trovato una soluzione per questi lavoratori». 
Gli stessi che, intorno a mezzogiorno, sono arrivati in via delle Repubbliche Marinare bloccando il passaggio delle automobili ed anche un accesso autostradale. 

«Dopo tanti incontri – ricorda l’Rsu di fabbrica, Vincenzo Accurso – il Governo ci aveva garantito che non riusciva a fermare Whirlpool ma dava qualcosa di solido ai lavoratori. La stessa viceministra del Mise, Alessandra Todde, era venuta qui in fabbrica promettendoci che c’erano degli imprenditori seri con un progetto concreto per dare futuro a quest’area. Ma, ad oltre 4 mesi, ancora non ci sono riposte».
Garanzie, quelle avanzate dal numero due del dicastero dello Sviluppo Economico, lo scorso ottobre, che erano state, tuttavia, accolte positivamente dalle tute blu.
Tra questi c’è anche l’operaio Salvatore Dolce il quale aveva pensato di trasferirsi a Varese, dove l’azienda americana proponeva nuove assunzioni per i lavoratori di Napoli, ma dopo la visita della viceministra ha deciso, invece, di restare a Napoli viste le garanzie palesate dalla figura istituzionale. «Ricordo ancora le sue parole – dice Salvatore – ci ha assicurato la solidità del progetto di reindustrializzazione del sito. Questi signori ( gli esponenti del Governo ndr)  devono sapere che molti di noi si sono fatti convincere da queste promesse». «Oggi – sottolinea il lavoratore – potremmo ancora essere dipendenti Whirlpool ma abbiamo quasi firmato il nostro licenziamento proprio perché ci sono state fatte promesse serie e adesso è arrivato il momento di mantenerle».

L’appuntamento al Mise, del prossimo 23 marzo, sarà così decisivo per capire realmente lo stato d’opera del Consorzio. Nel mentre i metalmeccanici precisano, già da oggi, che in quel giorno saranno tutti a Roma per protestare sotto il ministero. Intanto, da quanto trapela, per il prossimo incontro si potrebbero sedere al tavolo ministeriale già 4 aziende del Consorzio


«Sono state già convocate – fanno sapere dalla Fiom di Napoli – non sappiamo con precisione se poi si presenteranno o meno, ma ci sono nella convocazione. In ogni caso, da oggi fino al 23, metteremo in campo altre iniziative di lotta per essere ricevuti dalle istituzioni locali perché è necessario che facciano pressione sul Governo nazionale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino