Nelle strutture sanitarie napoletane «l'infiltrazione malavitosa non è una novità. Ma l'arroganza della camorra è un fenomeno in crescita. E...
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«Trent'anni fa in un ospedale fu sequestrata, portandola via dall'obitorio, una salma. E lo Stato aprì una trattativa perché fosse restituita. L'atmosfera non è sostanzialmente cambiata. Ci vuole l'impegno della società civile per cambiare realmente le cose». A Napoli, ricorda il vice presidente del sindacato dei medici dirigenti, sono tanti gli ospedali situati in quartieri 'caldì e quindi non è difficile che anche in queste strutture se ne senta l'influienza «sia come episodi di stampo mafioso sia per quanto riguarda la mentalità di stampo mafioso, quella alla base di atteggiamenti arroganti e aggressivi che arrivano fino all'aggressione degli operatori».
Per tutelare gli ospedali serve - spiega il sindacalista - efficienza organizzativa e, dal punto di vista pratico, non possono mancare in pronto soccorso e ospedali «telecamere a circuito chiuso, accesso con codice, guardie giurate armate e triage». Ovviamente queste misure «non possono contrastare la mentalità camorristica. È necessario un sussulto molto forte della società civile» .
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Il Mattino