Zuccarelli (Anaao): telecamere e vigilantes negli ospedali di Napoli

Zuccarelli (Anaao): telecamere e vigilantes negli ospedali di Napoli
Venerdì 17 Maggio 2019, 15:42
2 Minuti di Lettura
Nelle strutture sanitarie napoletane «l'infiltrazione malavitosa non è una novità. Ma l'arroganza della camorra è un fenomeno in crescita. E crescono ugualmente gli episodi legati ad una cultura camorristica, come le aggressioni ai medici e agli operatori. Dall'inizio dell'anno, in tutte le strutture sanitarie di Napoli se ne son contate ben 100, verbali e fisiche». Lo denuncia Bruno Zuccarelli, vice presidente Anaao Assomed, dopo che questa notte un uomo con il volto coperto da un casco integrale ha sparato nel cortile dell'ospedale Pellegrini di Napoli, dove era stato appena ricoverato un pregiudicato. «Ho denunciato il fenomeno già quattro anni fa. E quando si scopre, come è successo, un covo con le armi in un ospedale del centro il problema è evidente». Del resto mai , nel passato, sono mancati episodi eclatanti.

«Trent'anni fa in un ospedale fu sequestrata, portandola via dall'obitorio, una salma. E lo Stato aprì una trattativa perché fosse restituita. L'atmosfera non è sostanzialmente cambiata. Ci vuole l'impegno della società civile per cambiare realmente le cose».  A Napoli, ricorda il vice presidente del sindacato dei medici dirigenti, sono tanti gli ospedali situati in quartieri 'caldì e quindi non è difficile che anche in queste strutture se ne senta l'influienza «sia come episodi di stampo mafioso sia per quanto riguarda la mentalità di stampo mafioso, quella alla base di atteggiamenti arroganti e aggressivi che arrivano fino all'aggressione degli operatori».

Per tutelare gli ospedali serve - spiega il sindacalista - efficienza organizzativa e, dal punto di vista pratico, non possono mancare in pronto soccorso e ospedali «telecamere a circuito chiuso, accesso con codice, guardie giurate armate e triage». Ovviamente queste misure «non possono contrastare la mentalità camorristica. È necessario un sussulto molto forte della società civile» .
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA