Alberto Angela visita il Museo di Mineralogia a Napoli: senza fiato per il satiro in marmo scolpito da Canova

Il divulgatore è tornato nei luoghi che tanti anni fa, da ricercatore universitario, aveva visitato all'Università Federico II

Dopo la laurea honoris causa in Geologia e Geologia applicata, Alberto Angela è tornato nei luoghi che tanti anni fa, da ricercatore universitario, aveva visitato...

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Dopo la laurea honoris causa in Geologia e Geologia applicata, Alberto Angela è tornato nei luoghi che tanti anni fa, da ricercatore universitario, aveva visitato all'Università Federico II. Un luogo del cuore rappresentato dal chiostro di San Marcellino e dal Museo Mineralogia del Centro Musei federiciani, dove guidato dal direttore Piergiulio Cappelletti, insieme al rettore Matteo Lorito, al direttore del Distar Vincenzo Morra e a professor Pasquale Raia, ha potuto ammirare i preziosi reperti sotto una luce rinnovata.

Ma gli occhi si sono soffermati in particolare su una piccola testa di Satiro (etichettato come quarzo su marmo di Carrara) attribuita ad Antonio Canova, che offre la possibilità di mettere in luce la stratificazione di significati di cui un oggetto si fa portatore nel momento in cui è parte di un allestimento museale.

L’oggetto risale alla famosa collezione del naturalista Teodoro Monticelli in gran parte acquisita dal museo napoletano nel 1851. Canova e Monticelli si erano conosciuti in uno dei soggiorni napoletani dell’artista, ed erano diventati particolarmente intimi, come testimonia il carteggio tra i due, che si scambiavano anche esemplari di rocce. Il satiretto, dunque, rappresenta non solo un interessante saggio mineralogico, ma anche un’opera d’arte e la testimonianza materiale della storia del museo.

Su di esso, infatti, si stratificano una serie di significati complessi, che vanno dalla mineralogia alla storia dell’arte, alla storia tout court, che si rivelano tuttavia solo se si tiene presente la storia del museo e la storia collezionistica dell’oggetto. Si tratta di un quarzo su marmo di Carrara, la cui specificità risiede nell’essere scolpito in forma di testa di Satiro.

Antonio Scherillo, direttore del museo dal 1939 al 1972, attribuisce l’autografia dell’oggetto nientedimeno che ad Antonio Canova, precisando che l’attribuzione al grande scultore era legata esclusivamente ad una tradizione orale tramandatasi di direttore in direttore (Scherillo, 1958). Esaminando con maggiore attenzione la storia delle collezioni, si rileva che tale presenza, del tutto inusuale per un museo di mineralogia, si giustifica con l’acquisizione, nel 1851, della gran parte della raccolta mineralogica di Teodoro Monticelli, precedentemente allestita nel quattrocentesco Palazzo Penne.

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Il Mattino