All'ex Opg, quattro spettacoli teatrali per ricordare la legge Basaglia

All'ex Opg, quattro spettacoli teatrali per ricordare la legge Basaglia
Quaranta anni fa nasceva la cosiddetta “legge Basaglia”: la sua definizione giuridica andò avanti dal maggio al dicembre del 1978, e portò...

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Quaranta anni fa nasceva la cosiddetta “legge Basaglia”: la sua definizione giuridica andò avanti dal maggio al dicembre del 1978, e portò all’epocale dismissione dei manicomi, in favore di strutture più umane, nelle quali le misure contenitive classiche venissero sostituite o quantomeno affiancate da quelle terapeutiche e riabilitative. 


Comprensibile che, a ricordare questo anniversario, ci abbia pensato l’ex Opg occupato Je so’ pazzo (via Matteo Renato Imbriani 218, informazioni su sito e pagina Fb), che da qualche anno opera negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario – restituito così alla città, a iniziative culturali, alla musica e allo sport, agli incontri. Tra le attività, alta è l’attenzione per i temi sociali, e naturalmente per quelli che attengono al disagio psichico. 

E allora, il quarantennale della legge Basaglia verrà ricordato con “Malamente” – festival teatrale che apre questa sera (mercoledì 31) e andrà avanti sino a sabato (gli spettacoli saranno sempre alle 21), e che parte con “Nekya. Viaggio notturno sul mare”, per la regia di Rita Saviano: il titolo è parola greca che stava a indicare l’antico rituale grazie al quale le anime costrette nell’Ade potevano temporaneamente tornare sulla Terra. Il testo “è un racconto che parla di luoghi e di non luoghi, un racconto di follia e d’amore, di dignità ferite e ritrovate. Nekyia è l’urlo di chi ha vissuto il mondo dei perdenti”. 

Il programma procede domani (giovedì primo novembre), con “Celle di controllo” – laddove il controllo è raffigurato in diverse delle sue molteplici possibili varianti: così nell’ansia del tempo come nella chiusura (reale o metaforica), nelle oppressioni o nelle ossessioni. Scrittura e regia dello spettacolo sono collettive, e in divenire, aperte a evoluzioni e contaminazioni; mentre le celle sono spazi definiti e fortemente caratterizzati dall’azione che ospitano. 

Venerdì è invece la volta di “Profezie” (la regia è di Maura Perrone e Roberta Serretiello): credere nell’avverarsi di una profezia – preferibilmente negativa – è il modo che adoperiamo, che la nostra mente adopera per impedirci di agire, di vivere, di realizzare qualcosa di positivo; la paura per quella profezia e il suo concretizzarsi diviene tanto reale da inficiare la realtà stessa. 


Infine, sabato chiude il coinvolgente “Genius. Costretti a essere sani” (regia di Nina Borrelli) – coinvolgente anche in senso effettivo, visto che il pubblico sarà chiamato tra le file dei degenti di un manicomio, nel quale sono rinchiusi alcuni artisti del secolo scorso, ritenuti pazzi. Il rapporto tra genio e follia, tra atto creativo e disagio mentale, farà da filo conduttore per questo “percorso da internati che terminerà solo dietro parere favorevole dell’attore/ psichiatra”.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino