Arte “SubTerranea”: le profondità dell’anima nel Museo del sottosuolo

Arte “SubTerranea”: le profondità dell’anima nel Museo del sottosuolo
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Sotterraneo lo spazio che la ospita, e sotterranea – ossia interiore e profonda – la pulsione che muove le creazioni: è “SubTerranea”,la rassegna di arti visive e performative che questo sabato 10 andrà in scena al Museo del sottosuolo e si presenta innanzitutto come una “chiamata alle arti”. Saranno infatti assai numerosi gli scultori, i danzatori, i performers che – tirandola fuori dalle pieghe più nascoste – faranno esplodere l’energia creativa; che daranno corpo, voce, colore agli invisibili (“migranti, matti, persone senza diritti”), alla natura che si oppone con tutte le proprie forze all’azione distruttiva e inquinante dell’uomo, agli impulsi più umani. Ma in qualche modo sotterraneo è anche il circuito in cui si muovono questi artisti, lontani dagli ambienti ufficiali dell’arte contemporanea, e pronti a dare vita a spettacoli e azioni inediti. Tutti i lavori, peraltro, tracceranno insieme un unico percorso, che accompagnerà gli spettatori in un viaggio che sarà fisico (all’interno delle cave del museo) e percettivo. Che gli artisti saranno tanti è stato detto, e dunque non si potrà nominare tutti quelli selezionati dal comitato composto dalla direttrice artistica del festival Vanna Veglia, dal critico d’arte Margherita Calò, da Fortunato Danise (docente di tecniche pittoriche e presidente del club Unesco di Napoli) e dalla pittrice Sofia Maglione. 


Tra i presenti, ci sarà ad esempio il fotografo Marcello Merenda, che non solo porterà alcuni dei suoi scatti (ha lavorato tra l’altro su diversi set cinematografici), ma ne farà anche durante il festival, immortalandone volti e momenti. Ci saranno pure Arianna Dell’Orfano, Irene Catuogno e Gabriella Siciliano, che curano il progetto “Materiali. Danza acrobatica e aerea”, per un linguaggio nuovo e in mutamento, attento alla contemporaneità; o Dario Di Franco, che trasforma la propria innovativa visione della realtà in una tecnica altrettanto nuova, quella della pittura con i droni, nel suo lavoro “The drone experience”. Il dialogo sembra essere elemento comune ai lavori “Dentro lo sguardo” di Sofia Maglione, che “ritrae gli sguardi del pubblico creando un’opera corale”; e “Imperfect movement” di Valeria Papale, che fa dialogare attraverso la danza l’umano e il non umano. Ancora un’indicazione tra tante, che affonda le mani nelle profondità dell’animo e della mente umani: “Borderline psichotic activity” di Simona Muzzeddu mostra la costrizione di una camicia di forza, l’impotenza, la delicatezza e al tempo stesso la grande forza della mente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino