«Bellezza e Terrore», le mostre presentate al «Museo Madre»

«Bellezza e Terrore», le mostre presentate al «Museo Madre»
«Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismo e fascismo», a cura di Kathryn Weir, parte da Napoli negli anni intorno al 1940, per analizzare, attraverso lo sguardo di...

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«Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismo e fascismo», a cura di Kathryn Weir, parte da Napoli negli anni intorno al 1940, per analizzare, attraverso lo sguardo di artisti e pensieri critici, la storia e l'eredità contemporanea dell'interconnessione tra colonialismo e fascismo. Sottolineando una concomitanza geografica e temporale fra storie raramente raccontate insieme, il progetto presenta ricerche artistiche, opere e installazioni che svelano collegamenti tra la violenza assoluta fisica e psicologica del colonialismo e quella del fascismo, ed esplorano l'apparato filosofico, estetico e iconografico che sottende ad entrambi. Questo nesso è tornato drammaticamente al centro del dibattito internazionale degli ultimi anni, in particolare con l'ascesa dell'ultranazionalismo populista in Europa e nelle Americhe, e con l'impatto internazionale del movimento «Black Lives Matter» che ha posto l’attenzione su forme strutturali di violenza e esclusione.

Nell’ambito di «Bellezza e Terrore», il «Madre» ha commissionato nuove opere, workshop e performance che intrecciano dati storici e pensiero critico. Gli artisti coinvolti — Rossella Biscotti, Sarah Abdu Bushra & Dawit Seto, Alessandra Cianelli, Leone Contini, Daar – Sandi Hilal e Alessandro Petti, Binta Diaw, Theo Eshetu, Délio Jasse, Giulia Piscitelli e Justin Randolph Thompson — riflettono sul contenuto, l'estetica e il significato delle tracce narrative, visive e storiche di questo periodo, dai materiali d'archivio al patrimonio architettonico. Si appropriano di elementi di un «patrimonio difficile», tra i quali mappe degli anni ’30 della «Consociazione Turistica Italiana» dell’Africa Orientale Italiana; fotografie scattate da Hilmar Landwehr, soldato della Wehrmacht in Campania fra il 1942 e il 1943; immagini delle riviste «La difesa della razza» e «Tempo», sovvenzionate dal regime fascista. Un programma di eventi è presentato all'interno dello spazio espositivo per ampliare le tematiche sollevate dalle opere in mostra. Il progetto di «Daar – Sandi Hilal and Alessandro Petti» è realizzato grazie al sostegno dell’«Italian Council» programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura.

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Il Mattino