Cheslav Singh in concerto a Napoli: un repertorio tra musica classica e jazz

Cheslav Singh in concerto a Napoli: un repertorio tra musica classica e jazz
Mercoledì 1 giugno alle 19:30 in Villa Pignatelli nuovo appuntamento di “Musica in Villa”, tradizionale rassegna musicale del maggio della musica in...

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Mercoledì 1 giugno alle 19:30 in Villa Pignatelli nuovo appuntamento di “Musica in Villa”, tradizionale rassegna musicale del maggio della musica in collaborazione con la direzione regionale musei Campania, in programma dal 19 maggio al 26 giugno. Protagonista della serata Cheslav Singh, pianista canadese estremamente eclettico che negli anni ha sviluppato una grande passione per la musica indiana e per il repertorio contemporaneo.

Singh vive a Londra e vanta un’esperienza internazionale importante come solista e come didatta. Si è esibito con gran successo sui palcoscenici di numerose capitali musicali come Roma, New York, Parigi, Toronto, dove ha proposto repertori molto diversi, da Beethoven al free jazz. Il suo fascino artistico è nella capacità di offrire al pubblico generi musicali diversi con la stessa intensità.

Dal 2011 si occupa attivamente di musica contemporanea, avendo co-fondato il gruppo audiovisivo “a=b=x=y”. E in questo ambito, ha anche composto numerosi lavori, dando vita alla fondazione “Our 'PL'ace”, attraverso la quale cura un festival audiovisivo internazionale che si svolge ogni anno in Polonia.

È molto attivo nella ricerca di tecniche di esecuzione estese al confine tra musica acustica ed elettronica. Inoltre, suona l'organo ed è un esperto di sistemi di accordatura. Ma non solo. Singh si è dedicato anche allo studio di Gurbāṇī Saṅgīta, la più antica tradizione sopravvissuta della musica classica indiana, avendo avuto la fortuna di poter lavorare con e per il suo esponente principale, Bhai Baldeep Singh.

Al Maggio regalerà un programma classico, ma non usuale, suonando “La cathédrale engloutie”, dai Préludes per pianoforte, un brano di Claude Debussy che evoca l’emersione dalle acque della cattedrale della mitica isola di Ys, in Bretagna, che secondo una leggenda sarebbe stata fatta sprofondare dagli dèi per la malvagità dei suoi abitanti e sarebbe riemersa dalle acque, ogni giorno all'alba, al suono dell'organo, per poi inabissarsi ancora.

A seguire “Morte di Isotta”, s447 trascrizione per pianoforte dal “Tristano e Isotta”, che Franz Liszt scrisse nel 1858, due anni dopo la prima rappresentazione dell’opera. E ancora Il bellissimo “Vers L flamme”, poema per pianoforte di Aleksandr Skrjabin, in cui l’autore evoca in maniera sublime il crepitio del fuoco.

E concluderà la sua esibizione con la sonata n. 32 in do minore op. 111 di Ludwig van Beethoven considerata il testamento dell’autore per quanto riguarda la sonata, trasformata da genere di pubblico consumo in astratta meditazione personale.

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Il Mattino