Dissonanzen, Mozart e Nino Rota insieme: ultimo appuntamento di stagione per l’ensemble

Tommaso Rossi al flauto, Manuela Albano al violoncello, Francesco Solombrino al violino e Marina Pellegrino al pianoforte

Mozart e Nino Rota insieme
Per l’ultimo appuntamento del 2022 di Dissonanzen arriva la seconda tappa dell’Integrale delle ultime sei Sinfonie di Mozart nella versione di Clementi. L’...

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Per l’ultimo appuntamento del 2022 di Dissonanzen arriva la seconda tappa dell’Integrale delle ultime sei Sinfonie di Mozart nella versione di Clementi. L’ Integrale si articolerà nell’arco del triennio 2022-24, accostate di volta in volta a brani di autori contemporanei. Per questo concerto, Mozart verrà affiancato in programma a Nino Rota. Oggi, venerdì 9 dicembre alle 20, al Monastero delle Trentatré – Sala Maria Lorenza Longo, l’ensemble Dissonanzen, costituita da Tommaso Rossi al flauto, Manuela Albano al violoncello, Francesco Solombrino al violino e Marina Pellegrino al pianoforte, presenta “Gli Antichi e i Moderni”, con il concerto “Mozart nostro contemporaneo (2)”. Lo spirito teatrale che contraddistingue la partitura mozartiana, in questo concerto, viene messo a confronto con un grandissimo autore di colonne sonore cinematografiche, Nino Rota.  

Tra il 1815 e il 1820 Clementi lavorò alla riduzione delle ultime sei Sinfonie di Mozart per un piccolo organico da camera formato da flauto, violino, violoncello e pianoforte. La Sinfonia n. 40 in sol minore K 550, detta anche la grande Sinfonia, è tra le più ammirate e note. Schumann l’accostò ai criteri ideali della bellezza greca. Originariamente considerata un esempio di grazia e leggerezza, forse per la semplicità con cui si sviluppano e susseguono le varie melodie, appare oggi invece come estremamente introspettiva e drammatica. Lo spirito teatrale che contraddistingue la partitura mozartiana, in questo concerto viene messo a confronto con un grandissimo autore di colonne sonore cinematografiche, Nino Rota. anche autore di una vasta produzione cameristica, lirica e sinfonica nonché di musica sacra. La sua figura occupa una posizione piuttosto atipica nel panorama musicale europeo del ventesimo secolo. Per Rota non esistevano «differenze di ceti e di livelli nella musica», un compositore che non stabiliva barriere di genere. 

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Il Mattino