Eretici e solidali, si sdoppiano, si decostruiscono e ricompongono alla luce della creatività, con un escamotage narrativo dettato dall’atmosfera natalizia. Tornano a...
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«L’atto d’arte – spiega Policastro - è lo status cui ogni artista aspira, nel tentativo di ritrovarsi nella purezza incondizionata del senso sublime dell’arte. Non ci sono mediazioni, né compromessi da contare: è, e deve essere, solo l’artista a elevarsi nella spazialità del luogo. La discrezione, assieme al tentato rapporto intellettuale appunto con il luogo, determinano la condizione, quasi inalterata, del luogo stesso; è come se l’artista tessesse una linea sottile tra ciò che quel sito era e ciò che diverrà, raccontandone la spiritualità. Ed è proprio la spiritualità del luogo a diventare la vera opera d’arte, il suo trasfigurarsi, che ci trasmetterà la vera essenza».
Va ricordato che Felix Policastro, nato a Ciudad Bolivar in Venezuela, è celebre per il suo “abbecedario visivo”, immagini e personaggi che animano gli scenari delle sue opere: pittoriche, scultoree, delle installazioni e ambientazioni d’arte. Ha partecipato a “Mundus Vivendi” esponendo alla Triennale di Milano, alla Poltrona Frau di Miami, e alla National Hall di Londra, mentre nel 2011, invitato da Vittorio Sgarbi, è stato protagonista alla 54.ma Biennale di Venezia. «Ho la fortuna di fare per mestiere – sottolinea Paolo May, napoletano trasferitosi a Ischia - quello che volentieri farei per piacere: coltivare la terra, modellarla, scolpire, colorare, scrivere, andar per mare in canoa o in windsurf, insegnare e viaggiare per piacere e per lavoro, oggi prevalentemente in Perù, ieri Africa e Russia. In Burundi sono di casa, nella scuola di arte della antica capitale, Gitega, ho fatto diverse lezioni di colore e smalto, certamente ho imparato più di quanto abbia insegnato. Ho qualche mio lavoro in USA, soprattutto a Filadelfia, dove ho esposto. Un mio pezzo, il ritratto della poetessa Anna Akmatova si trova al Museo Russo di San Pietroburgo e una scultura in ferro di 20 metri quadrati è all'Accademia di Architettura Landscape di Mosca». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino