Sabato 20 luglio, dalle ore 21.00 al Maschio Angioino di Napoli la prima assoluta di «Clandestino», il nuovo spettacolo scritto, diretto ed interpretato da Gianfranco...
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«Tutti oggi siamo un po’ clandestini, quando nasciamo a volte lo siamo, quando amiamo, quando andiamo non invitati ad una festa, siamo clandestini se non pensiamo come gli altri e mille altre volte». Clandestino è da sempre l’attore, l’artista. Lo spettacolo propone un’ora e mezza all’insegna dell’intelligenza, della riflessione e dell’ironia più profonda, adatta a tutte le età. Con Gallo, in scena, la figlia Bianca Gallo e suo nipote, l’attore Gianluca Di Gennaro, volto noto della Tv e del Cinema, visto ultimamente in «Capri Revolution» di Mario Martone e protagonista della fiction «Rosy Abate» in onda su Canale 5. La parte musicale è affidata al chitarrista Antonio Maiello, virtuoso della chitarra Jazz e Blues, ormai colonna sonora di tutti gli spettacoli di Gallo.
L’apertura musicale della serata sarà affidata a La Malavoglia, nuova produzione discografica della Subcava Sonora, un innovativo progetto musicale che unisce le sonorità mediterranee e di avanguardia pop all’utilizzo di testi narrativi, nel solco della migliore tradizione cantautorale italiana. Per la serata è prevista un'iniziativa speciale: Subcava Sonora ha deciso, in accordo con l'artista Gianfranco Gallo, di riservare un rilevante numero di ingressi gratuiti per le comunità di migranti residenti a Napoli: «Abbiamo lanciato l'iniziativa - spiega il Presidente dell'Associazione Alfredo Esposito - perché momenti come questo sono l'occasione per mostrare il volto inclusivo della nostra città».
«In un momento come quello che stiamo vivendo - conclude Gallo - un artista che non prende posizione, per quanto bravo possa essere, confeziona un prodotto esclusivamente estetico e dunque falso. L’espressione artistica non può prescindere da una personale ideologia. Non è tollerabile una situazione in cui non si possa esprimere un pensiero, in cui i principi della Costituzione italiana sembrano essere stati dimenticati e sostituiti da Diktat di stampo fascista e razzista. Tanto meno per un artista. Da tutto ciò nasce Clandestino, che definisco un’urgenza dell’anima» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino