Giuseppe Picone: chiacchiere dal sofà e consigli anti-noia: «Io resto a casa»

Giuseppe Picone: chiacchiere dal sofà e consigli «anti noia» #IoRestoACasa
Oggi per per il secondo giorno dal 19 marzo la curva del contagio manifesta finalmente un decremento con lieve recesso di ospedalizzati e decessi. Anche la borsa registra un...

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Oggi per per il secondo giorno dal 19 marzo la curva del contagio manifesta finalmente un decremento con lieve recesso di ospedalizzati e decessi. Anche la borsa registra un leggero segnale positivo e si comincia a ipotizzare la «fase 2». Tuttavia in questi giorni ancora più di prima occorre tener duro e continuare a rimanere in casa con perseveranza e «autodisciplina», per citare anche il discorso della sovrana d’Inghilterra l’altra sera in tv.

 
Inizio della settima Santa con una particolare «chiacchierata da sofà a sofà»: al telefono con Giuseppe Picone, ètoile della danza internazionale e direttore del corpo di ballo del San Carlo, che per la sospensione degli spettacoli nel periodo della pandemia ha pubblicato in libera visione su sito e profili social/youtube del teatro alcune opere, quali “Il lago dei cigni”, “Cenerentola” e “Lo schiaccianoci”.
 
Allora Giuseppe,
La rigorosa ordinanza di due settimane fa ha purtroppo imposto la chiusura tra gli altri alle porte di tutti i teatri e scuole di danza, musica e recitazione: il Massimo Napoletano ha regalato al suo pubblico (e non solo) la preziosa opportunità di rivedere sue opere e spettacoli memorabili.
Raccontaci subito qualche tuo ricordo o incontro lì al San Carlo.

Bhè, tra i tanti, tantissimi ne cito due che restano per me epocali. Il primo risale al 1989, quando a 12 anni incontrai Carla Fracci: da allora la mia vita è cambiata e solo sette anni dopo ho avuto il privilegio di essere in scena con lei come partner… Il secondo riguarda la messa in scena della mia prima coreografia sul palco del San Carlo, “Cenerentola”: era marzo 2017 e ricordo che accettai l’offerta dopo aver riflettuto con ansia per una notte intera, ma nonostante l’impegno assunto e portato a termine in tempi costretti, il risultato e i consensi del pubblico mi gratificarono enormemente. Così mi sono persuaso che quella è stata la scelta giusta.
 
Come stai utilizzando questo tempo di stand-by per il tuo esercizio quotidiano con la danza, così importante per un ballerino del tuo rango?
Da 25 giorni resto a casa e non rinuncio al mio allenamento quotidiano: esercizio e passione sono una motivazione costante. Ma proprio oggi ho deciso di iniziare una classe on line: fare lezione mi terrà in esercizio e in compagnia.
 
Ma fuori dall’attività professionale, proviamo a entrare in qualche momento o curiosità del tuo #IoRestoACasa.
Raccontaci qualcosa di inusuale o inedito o rilassante, che non facevi e ora inaspettatamente ti appassiona tra le quattro mura.

Finalmente godo la compagnia di Grisù, il mio inseparabile jack russell di otto anni. Ma una cosa che pensavo da tempo e ora trovo ispirazione e voglia di fare è... scrivere i miei ricordi, come un diario, un libro del mio viaggio: a scuola elementare dalle suore a Napoli, poi dal San Carlo a Roma e poi in Francia, in Inghilterra e a New York, divenendo così un ètoile freelance in tutto il mondo. La storia di un Billy Elliot di casa nostra: venuto fuori da una famiglia di quattro fratelli, in cui nessuno era mai passato per la danza…
 
E a questo proposito, parliamo di libri, musica e tv: cosa stai rileggendo, ascoltando o riguardando? La tua mini-lista “salvagente” per questi lunghi giorni tra letture, opere o pellicole.
…Leggo Pina Bausch, tanti i testi e i saggi su di lei, che resta un’icona per ogni coreografo e ballerino di oggi. Mi rilasso e mi abbandono ad ascoltare Le Quattro Stagioni di Vivaldi nella suadente ricomposizione di Max Richter. E ho rivisto proprio due giorni fa la storia della giovane regina Anna d’Inghilterra de La Favorita di Yorgos Lanthimos, candidato e premiato in tutti i film festival del globo: mi ha davvero rapito…
 
L’Italia “ai tempi del corona” cucina, impiatta e mangia: noi napoletani tradizionalisti e portabandiera del gusto non facciamo certo eccezione. Tu cosa prepari di preferenza?
Allora, io ogni sabato sera ho un rito irrinunciabile: la pizza. Non è certo la quarantena a interrompermelo: mi sono applicato sull’impasto e… prova riprova, ce l’ho fatta! Anzi aggiungo che a San Giuseppe mi sono festeggiato, preparandomi le zeppole e il risultato è stato più che dignitoso: foto sul mio Instagram per credere!
 
La tecnologia in queste settimane ci aiuta e ci tiene grande compagnia: web e social, quanto e quando?
Direi anche abbastanza: sono la nostra finestra sull’informazione, sulle necessità, gli allarmi, le novità, le soluzioni, ma i social ci consentono anche di rimanere connessi agli altri, agli affetti anche più lontani, strappandoci persino un sorriso…

…E le video-chiacchierate?
Ma certo! …Coi cari irraggiungibili o lontani: l’altro giorno ho cantato gli auguri alla mia nipotina Raffaella ad Arezzo! Ma ho anche videochiamato amici in Spagna o negli Stati Uniti che non sentivo da mesi solo per rassicurarci reciprocamente…
 
Vicinato, portieri, edicolanti, bottegai: i vecchi rapporti e mestieri sembrano tornati più importanti e utili che mai. Chi c’è nei tuoi 200 metri da casa?
Sono a pochi passi da piazza Municipio e per quanto prima non ne avevo occasione o tempo, in questi giorni invece mi ritrovo a scambiare una parola e un sorriso in più col farmacista, il panettiere o il salumaio, dai quali scelgo di comprare nostrano, italiano e a chilometro breve!
 
«Chi può metta, chi ha bisogno prenda»: panieri, panchine e banchetti per i “nuovi” bisognosi.
Impossibile non sentire certi doveri: aiuto e vicinanza agli indigenti, agli emarginati sono e devono essere un afflato comune, oggi e domani (molto più di prima del contagio e al di là del coronavirus). Così come dirlo all’amico, al collega, al passante…
 
Domanda di rito: come immagini il restart professionale del tuo settore?
Araba fenice: come l’uccelo mitologico auspico una rinascita dal dolore di questo tsunami.
Alla Scala oltre 120 ballerini, al Teatro dell’Opera di Roma circa 80: il nostro corpo di ballo al San Carlo conta 28 professionisti, ma spero che con l’impegno caparbio e il fiducioso entusiasmo che profoneremo anche gli “aggiunti” (ballerini esterni –ndr-) entreranno ordinariamente nelle fila della squadra.
 
E ora per concludere una tua idea o suggerimento «anti-noia» per mitigare l’ansia da Covid-19 e dal clima indolente di queste giornate.

Il mio segreto e consiglio è: mente e corpo occupati! Programmare e costruirsi la giornata: interessi e hobby, la passioncella culinaria, il pollice verde o la lettura preferita, il programma tv, l’allenamento e persino il riposo. Sì, finanche la pennichella pomeridiana, che personalmente è una cosa che non ero mai riuscito a concedermi prima!
 
(Foto Cristian Donvito) Leggi l'articolo completo su
Il Mattino