“La scrittura democratica”: la mostra di Carmen Pellegrino al Museo Plart

“La scrittura democratica”: la mostra di Carmen Pellegrino al Museo Plart
Un' Olivetti Valentine, macchina da scrivere nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass, è la protagonista dello "scriptorium" dove, su mobili e scrivanie...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un' Olivetti Valentine, macchina da scrivere nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass, è la protagonista dello "scriptorium" dove, su mobili e scrivanie d'epoca, sembrano aver appena battuto numeri e doppiato parole un addizionatrice e una copiatrice americana per fatture risalenti agli anni Trenta. Statunitense è anche il porta biglietti da tavolo, mentre è inglese il calamaio: entrambi prodotti negli anni Quaranta. Nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, campeggia sulla parete il manifesto disegnato nel 1912 da Teodoro Wolf Ferrari e sul quale l'immagine di Dante Alighieri promuove il primo modello Olivetti di macchina per scrivere standard, la M1, progettata da Camillo Olivetti. Questo lo scenario della mostra "La scrittura democratica" a cura di Carmen Pellegrino, che si inaugura giovedì 2 dicembre al Museo Plart con un’apertura a orario continuato dalle 10.30 alle 20.30. 


«È mia opinione - spiega la Pellegrino - che i manufatti custoditi in un museo, anche se evidentemente fermi e non più soggetti al vasto divenire, vivano di vita propria». La scrittrice e storica campana, finalista al Premio Campiello 2021 con il romanzo "La felicità degli altri", è la testimonial del video - per la regia di Pasquale Napolitano -  in cui racconta l'anima e la vita degli oggetti esposti. Perché, come sostiene, «nello spazio, oltre lo spazio, di un museo che le salva dal tempo e dall'oblio, le cose congiungono il visibile all'invisibile. Diventano miniature d'eternità...». 

L'esposizione conclude il programma "Novecento, così lontano, così vicino". «Io e i miei collaboratori - spiega Maria Pia Incutti, presidente della Fondazione Plart - sentivamo la necessità di un cambiamento e abbiamo cominciato a lavorare a "Novecento: così lontano, così vicino". Un prisma di sguardi che dall'esterno proiettano una luce nuova sulla Collezione Plart: questo è il senso del progetto nato durante la pandemia e che poi si è tradotto in un ciclo di mostre fruibili anche off line sullo sfondo di una rimodulazione degli spazi museali e dei criteri espositivi». 

 

Il nuovo corso del Plart ha preso il via ad aprile con "Plastic... Free Kitchen", mostra in formato video a cura di Claudio Gambardella ambientata in una cucina vera ricostruita nelle sale del museo nella sua meravigliosa e fedele autenticità, con arredi ed elettrodomestici pastello che ci riportano nei favolosi anni Sessanta. A settembre è stata poi la volta della mostra "Beffandomi così anche dell'infinito" a cura di Carlo Morelli, con un video che ha omaggiato la figura di Enrico Caruso nel centenario dalla sua scomparsa, e con l’allestimento di una sala dedicata al tema della plastica come memoria storica della musica.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino