Teatro San Carlo di Napoli: debutta «Winter Journey», il dramma dei migranti

Sabato 7 ottobre 2023 alle 19.00 e in replica mercoledì 11 alle ore 17.00

Immagine di una scena dello spettacolo
Debutta al Teatro San Carlo sabato 7 ottobre 2023 alle 19.00 (in replica mercoledì 11 alle ore 17.00) Winter Journey, nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro...

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Debutta al Teatro San Carlo sabato 7 ottobre 2023 alle 19.00 (in replica mercoledì 11 alle ore 17.00) Winter Journey, nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, ideato da Roberto Andò con il libretto di Colm Tóibín e le musiche di Ludovico Einaudi.

Sul podio, a dirigere Orchestra e Coro del massimo napoletano sarà Carlo Tenan al suo debutto al San Carlo.

Scene e luci sono di Gianni Carluccio, firma i costumi Daniela Cernigliano, il video è curato da Luca Scarzella e il suono da Hubert Westkemper.

Gli interpreti, che provengono da diversi Paesi, non sono cantanti lirici ma due noti artisti africani, Malia (Woman) e Badara Seck (Man), con gli attori Jonathan Moore (Politician e voce recitante del coro) e Elle van Knoll (Voce recitante del coro). La parte del bambino (Child) sarà interpretata da Fabio Boateng.

Compaiono inoltre in scena come figuranti gli allievi della scuola del Teatro di Napoli/ Teatro Nazionale.

L’opera ha avuto la sua prima assoluta al Teatro Massimo di Palermo nel 2019 e sarà in scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il prossimo fine settimana.

Winter Journey, titolo che allude alla Winterreise di Franz Schubert, è un canto rivolto all’ anima perduta dell’Europa, un lavoro in cui Roberto Andò, Colm Tóibín e Ludovico Einaudi si cimentano con un nuovo spettacolo audiovisivo, affrontando un tema di estrema attualità, il dramma di migliaia di esseri umani in fuga da guerra e distruzione alla ricerca di una vita migliore.

I protagonisti infatti sono un uomo, una donna, un bambino: un nucleo familiare diviso dalla guerra e dalla necessità.

“Sin dall’inizio – afferma il regista Roberto Andò - con Einaudi e Tóibín abbiamo deciso di raccontare una storia in cui emergessero dei sentimenti, e ci fosse la tensione dolorosa di vite costrette a separarsi, l’incertezza di un viaggio disperato, quello di chi affronta l’insidia del mare e vagheggia un approdo sulle sponde europee in cerca di lavoro e accoglienza. Mai come oggi i migranti affrontano un viaggio d’inverno – Schubert lo aveva già capito – dove l’inverno è il cuore di un’Europa che non sa più far corrispondere le parole e i gesti della politica agli ideali di fraternità e civiltà che erano all’origine della sua utopia.

L’inverno dell’Europa è il paesaggio gelato del migrante respinto, delle nazioni chiuse nel proprio egoismo miope, dei cittadini perplessi sulle parole da usare: accoglienza, integrazione, cittadinanza, umanità. Qui non ci sono voci liriche, ci sono solo le voci normali di un uomo, di una donna e di un bambino, che riflettono sul proprio destino, che sussurrano il proprio dolore, e intonano lo spaesamento di chi è costretto a vivere il tempo straziante dell’assenza. L’opera racconta l’incrocio di queste voci, il loro inseguirsi e cercarsi a distanza”.

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Il Mattino