«The walk», a Napoli lo spettacolo simbolo dei rifugiati

«The walk», a Napoli lo spettacolo simbolo dei rifugiati
«The Walk», lo spettacolo itinerante simbolo del viaggio dei rifugiati nel mondo, il 9 settembre farà tappa a Napoli. ...

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«The Walk», lo spettacolo itinerante simbolo del viaggio dei rifugiati nel mondo, il 9 settembre farà tappa a Napoli.



La protagonista è Amal, una marionetta di 3 metri e mezzo, che raffigura una bambina siriani di 9 anni,  in rappresentanza di tutti i bambini sfollati, molti dei quali separati dalle loro famiglie e alla ricerca di una vita serena e col desiderio di integrarsi in un nuovo mondo, proprio come Rosa Parks, la donna nera simbolo dei movimenti per i diritti civili, la quale si rifiutò, nel 1955, di cedere il posto a un bianco su un autobus.

Il viaggio a piedi di Amal, metaforicamente iniziato alla fine di luglio dalla Turchia, terminerà a novembre nel Regno Unito, dopo aver percorso 8.000 chilometri e attraversato 8 stati europei.

«Accogliere l’installazione di Ryan Mendoza e la sosta del percorso di Amal è il nostro piccolo segnale per sensibilizzare adulti e bambini alla tolleranza e all’inclusione», queste le parole del direttore di Palazzo Reale, Mario Epifani.

La tappa napoletana si svolgerà a Palazzo Reale, dalle 18.30 alle 19.30, con una performance dal titolo «Amal perde la pazienza», la marionetta sarà accolta in piazza del Plebiscito da un gruppo di tammorre coordinate da Valentina Ferraiuolo e dal canto di Marcello Colasurdo.

Amal sfogherà la sua stanchezza attraverso una ribellone fatta di passi di danza antica. La spossatezza dovuta al viaggio e al ballo le fa perdere la pazienza, ma entrando nel cortile d'onore del Palazzo Reale, trova la casetta di legno di Rosa Parks, simbolo della protesta a favore dell'integrazione e si sente accolta, anche perchè a consolarla ci saranno i bambini del coro di Voci Bianche del teatro San Carlo, diretto da Stefania Rinaldi, e dalla musica dell’orchestra Sanitansamble, composta da ragazzi e adolescenti e diretta dal maestro Paolo Acunzo.

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Il Mattino