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Legami tra cattolicesimo e ‘ndrangheta nell’ultimo secolo tenuti sotto silenzio ed ora al centro di un lavoro editoriale di ricerca storica e giornalistica. «Storia di un silenzio. Cattolicesimo e 'ndrangheta negli ultimi cento anni» è l’ultima fatica di Roberto Pasquale Violi, docente di Metodologia della ricerca storica nell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, edito da Rubbettino, che sarà presentata domani alle 15.30 alla Biblioteca di Area Umanistica in piazza Bellini a Napoli.
Il rapporto tra religione cattolica e 'ndrangheta è ricostruito in base a un'analisi propriamente storica, condotta su fonti d'archivio e su diversi organi di stampa. Il volume indaga su aspetti istituzionali, sociali e politici della storia del cattolicesimo, individuando una pluralità di campi e condizioni di sue compromissioni con la mafia nell' area meridionale della Calabria: il ruolo esercitato dal clero nelle comunità locali; lo stato delle confraternite; i riti sacramentali; le manifestazioni popolari della religiosità; l'esposizione politico elettorale della gerarchia ecclesiastiche e la stessa azione di assistenza e di cura dei bisogni sociali.
«La prima ricostruzione storica – spiega Roberto Pasquale Violi- dei rapporti tra Chiesa e mafia calabrese condotta su documenti d'archivio, evitando semplificazioni ideologiche e sensazionalismi». «Sotto il silenzio pubblico dell'episcopato - aggiungono gli organizzatori - non erano mancate, però, alcune reazioni alla presenza delle organizzazioni mafiose. Hanno influito, poi, sui mutamenti della linea della Chiesa verso la mafia gli orientamenti generali dei pontificati, il Concilio Vaticano II, un nuovo atteggiamento dei vescovi e il contributo di una serie di preti, di movimenti e di gruppi di credenti, sensibili ai valori della cittadinanza». A discuterne domani con l'autore saranno i docenti Giuseppe Acocella (Università di Napoli Federico II) Enzo Ciconte (Università Roma Tre) Coordina Pierluigi Totaro (Università di Napoli Federico I.
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Il Mattino