Non c’è a Napoli un luogo stabile dove suonare e ascoltare musica napoletana, dove parlare di classica e contemporanea, dove dialogare sui grandi autori e le nuove...
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Ma dal cilindro di Ciro Cacciola, aka Dj Cerchietto, tra le cassette stereo sette, i testi di melodia partenopea, gli appunti radiofonici e i 45 giri degli anni settanta e ottanta è appena uscito «PassioNA»: un racconto audio-visivo sulla storia della canzone napoletana dai primordi ai giorni nostri, dal grammofono agli mp3, dal tubo catodico a youtube, senza soluzione di continuità tra Salvatore Di Giacomo e Liberato, Carosone e i 99 Posse, NCCP e Nu Guinea, Raffaele Viviani e Pino Daniele o Alan Sorrenti e i Planet Funk, Gilda Mignonette e Monica Sarnelli.
Si tratta in realtà di un appuntamento in quattro tappe che percorrono la tradizione e il parallelo odierno dal bel canto alle arie, dai pezzi pop al trap partenopeo: un rendez vous tra musicisti, amatori e profondi conoscitori che si confrontano e si godono il riascolto nostalgico e moderno. E trova casa questo progetto: dove se non nel salotto borbonico dell’Archivio Storico al Vomero? Non poteva esserci cornice più giusta per queste "Quattro Serate di Napoli" che in assonanza con le mitiche Quattro Giornate altro non mirano ad essere se non una sincera e romantica serenata alla Canzone Napoletana di sempre, un talk-show con la partecipazione attiva del pubblico e con ospiti di volta in volta diversi.
Nella prima serata Pasquale Scialò, musicologo e autore di «Storia della Canzone Napoletana», ha dissertato col pubblico su alcuni classici straordinari come “Funiculì Funiculà”, “Santa Lucia” e “A Rumba d'e Scugnizz”.
Nella seconda Giuliana Gargiulo ha raccontato le sue passioni musicali storiche e la playlist Napoli 3.0 suonata da Cerchietto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino