TORRE DEL GRECO - Nel suo ultimo disco, intitolato «L’Infinito», Roberto Vecchioni richiama la poetica leopardiana degli ultimi anni a Napoli, quelli vissuti...
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Con queste parole il professore-cantautore commenta il lavoro discografico che è un inno alla vita e, in cui, il file rouge, a partire dal titolo, è proprio il pensiero di Giacomo Leopardi che forse alla vita era attaccato più di quanto si possa pensare. Questo é uno dei motivi per cui il premio nazionale «La Ginestra» per la prima volta non andrà ad un critico o filosofo che ha discusso e interpretato la poetica leopardiana, ma al paroliere Roberto Vecchioni.
La premiazione mercoledì 11 settembre alle 19.30 a Villa Delle Ginestre, residenza napoletana degli ultimi anni del poeta leopardiano. Il premio è organizzato dall’Università Federico II, dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, dal Rotary Club Torre del Greco e Comuni Vesuviani con il contributo della Banca di Credito Popolare.
«La Giuria ha inteso celebrare questa volta - fanno sapere dall’organizzazione - un disco e un grande cantante-compositore, uno dei maggiori protagonisti della musica italiana di questi anni. Il musicista è Roberto Vecchioni e il disco si chiama esplicitamente L’infinito. Proprio nella ricorrenza del secondo centenario della composizione dell’Infinito, il testo forse più famoso di Leopardi, non poteva esserci una scelta più giusta e necessaria.
L’album è stato il più venduto in Italia nella categoria assoluta Album Combined e in quella Vinili. Il dato attesta il successo della canzone d’autore e esalta una scelta di resistenza culturale. La distribuzione, senza streaming e download, risulta del tutto coerente al progetto discografico di Vecchioni: non trattare la musica come prodotto di consumo scaricabile con un click, ma come espressione di idee, veicolo di stati d’animo, sede di emozioni durature e profonde. La scelta del titolo ha un valore simbolico speciale. Segnala l’irradiazione della lirica leopardiana e delle situazioni che l’hanno resa memorabile nel tessuto dell’esperienza quotidiana e contemporanea». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino