SORRENTO - Ancora la musica nel cartellone della rassegna Summertime 2019 a Villa, Fiorentino, con i ritmi partenopei ed un omaggio all’indimenticato Pino Daniele. Questa...
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Domenica sera, quindi, La mia Napoli di Diego Lemmi Moreno. C’è un filo ideale che lega Napoli a Buenos Aires e la sua memoria si perde nella storia delle origini del tango. Dal porto di Napoli un secolo fa partivano i bastimenti diretti verso la Terra d’Argento, l’Argentina. Emigranti italiani che portarono nella nova terra parole e musiche ed un bagaglio culturale che presto andò a mescolarsi con il mondo dei gauchos della Pampa, dei bassifondi di Buenos Aires. Da qui nacque il tango, incontro di popoli, culture e tradizioni. Intanto a Napoli, molti dei figli di coloro che non riuscivano ad emigrare, popolavano la città con i loro schiamazzi, la loro allegria e la loro voglia di vivere questo straordinario motore di vivacità partenopea erano gli scugnizzi, da sempre sinonimo di furbizia degli sguardi e degli atteggiamenti, colore delle espressioni dialettali e al tempo stesso profondità di sentimenti. Tutto questo e altro è lo spettacolo La mia Napoli.
Lunedì, invece, in programma Pino Daniele Opera. Una selezione di canzoni del “nero a metà”, riviste in chiave operistica. In scaletta grandi successi riletti dal maestro Paolo Raffone e suonati da alcuni musicisti che, nel corso dei decenni, hanno collaborato con lui: da Rosario Jermano, Ernesto Vitolo, Antonio Onorato e Roberto Giangrande, a Valentina Crimaldi e Donatella Brighel. La voce è quella del giovane musicista e cantante Michele Simonelli.
L’idea del progetto nasce da una storia di profonda amicizia che legava Pino Daniele e Paolo Raffone, ma soprattutto dalla loro collaborazione che prende le mosse dalla formazione musicale di Pino, fino alla pubblicazione dei primi dischi che lo portarono all’attenzione del pubblico. Alcuni di quei brani, arrangiati in via sperimentale da Raffone sono rimasti nel cassetto per anni. Oggi, finalmente sono pronti ad incontrare fan e neofiti del “Lazzaro felice”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino