«Testimone del tempo che passa/ Patrimonio e chi vene e chi se ne va/ Patrimonio dell'umanità/ In alto le mani per chesta città». Comincia...
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La lista degli autori della canzone è lunga ma merita di essere citata. Hanno suonato: Daniele Sepe al sax, Ciccio Merolla alle percussioni, Giuseppe Spinelli alla chitarra, Antonio Esposito alla batteria, Francesco Fierro al trombone, Alessandro Aspide al basso, Luca Petrosino al mandolino, Gianpaolo Ferrigno alla chitarra, Massimo Jovine al basso. Hanno cantato: Giuliano e Salvatore Desideri, Andrea Sannino, Roberto Colella, Valerio Jovine, Valentina Stella, 'O Zulù, Shaone, Daniele Sepe, Assia Fiorillo, Alan Wurzburger, Carmine D'Aniello, Andrea Tartaglia, Sara Sossia Sgueglia, Ciccio Merolla, Carlo De Rosa, Luca Petrosino, M'barka Ben Taleb, Tueff, Gianni Simioli, Oyoshe, Dope One, Speaker Cenzou, Pepp Oh, Brunella Selo, Aldolà Chivalà, Maurizio Capone e Maurizio Affuso. Tutti artisti più o meno famosi, qualcuno al suo esordio ma tutti uniti da una grande passione per Napoli e dalla voglia di rimanerci.
«Volevamo fare una canzone che fosse un inno a questo capodanno - ha detto Ciccio Merolla, musicista - La prima cosa che ci siamo chiesti quando ci siamo ritrovati tutti insieme è stata: per quale motivo noi, malgrado tutto, siamo rimasti a Napoli? Così insieme abbiamo cercato di scrivere un testo perchè noi come artisti abbiamo deciso di restare. Quante volte ci hanno detto 'perchè non ti trasferisci a Milano o all'estero?' No, noi siamo a Napoli perchè è la nostra città, è la fonte di tutte le nostre ispirazioni. Se noi combattiamo sul nostro territorio possiamo avere grandissimi risultati. È importante rimanere e cercare di aggiustare le cose quanto più uniti possibile con gli altri».
È proprio questo lo spirito con cui Terroni Uniti & Capitan Capitone e i Fratelli della Costa durante la notte di Capodanno si alterneranno e affiancheranno sul palco offrendo a tutti uno spettacolo divertente ma che soprattutto celebri le radici dei napoletani a partire dalla musica. «In una città così forte culturalmente come Napoli - ha detto Elisabetta Serio, storica pianista di Pino Daniele - l'idea di mettere insieme tutti gli artisti è vincente. In un momento di crisi generale dimostriamo con l'arte e la cultura che la città c'è, vive ed esiste. La canzone testimonia tutto ciò, l'importanza di stare insieme con tutte le energie». «Non è che l'inizio» è tutta energia e passione per esprimere una sola verità: «Puoi togliere un napoletano da Napoli, ma mai Napoli dal cuore di un napoletano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino