Tra provocazione e riciclo: le «domestic stuff» di Cibelli al Cloister

Le «domestic stuff» di Diego Cibelli al Cloister
Un’insolita installazione di ventitre sculture in porcellana alloggiate nel “passante espositivo” del Made in Cloister, il Lab.Oratorio, nuovo e versatile spazio...

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Un’insolita installazione di ventitre sculture in porcellana alloggiate nel “passante espositivo” del Made in Cloister, il Lab.Oratorio, nuovo e versatile spazio attiguo al chiostro di Santa Caterina a Formiello che Rosalba Impronta e Davide De Blasio hanno appena inaugurato con «Feed me with domestic stuff», ovvero le riflessioni para-pandemiche di un artista fuori da facili schemi ed etichette troppo futuribili: Diego Cibelli.

Lui, che vive in bilico tra Napoli e Berlino, tra l’immateriale interiore e il razionale dell’ambiente, tra il caos delle idee e un mondo perfetto, tra memoria storica e fruizione funzionale dell’habitat, ha realizzato una collection di oggetti-soggetti d’uso e disuso comune che lui stesso presenta e sottolinea con sagace ironia e una colorata relazione con l’ambiente crudo e materico di casa. Materia classica e forme inveterate che ri-prendono vita con l'iniezione di prodotti di consumo in un singolare concetto artistico: elementi quotidiani che diventano una via di fuga verso l’esterno e l’esotico irragiungibili e così il focolare domestico si arricchisce di oggetti come lampade con zampe di leone o vasi-cuscini in porcellana adorni di piante e frutti.

Così Cibelli all’opening di 48 ore fa in compagnia di Eleonora De Blasio, organizzatrice della mostra: «quando l’ambiente di riferimento diventa la casa vissuta in maniera totalizzante, gli oggetti ci si trasformano: oltre alla loro funzionalità, viene chiesto loro di essere qualcosa di più, un ponte immaginario verso l’esterno e una proiezione fantastica verso l’irragiungibile. È un gioco anche con la porcellana, materia idealizzata tra sacro e fragile che in questo mio lavoro diventa protagonista di giochi allegorici, di uso quotidiano e di ambienti intimi».

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Il Mattino