Ugo Foà, “Il bambino che non poteva andare a scuola” incontra i ragazzi di Mariglianella

Era il 5 maggio del 1938. In quello stesso anno, nel mese di settembre Ugo viene allontanato dalla scuola per l'entrata in vigore delle leggi razziali emanate dal regime fascista

Ugo Foà
C'era anche lui tra i bambini nella folla che applaudiva il passaggio di Hitler per le strade di Napoli. Era il 5 maggio del 1938. In quello stesso anno, nel mese di settembre...

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C'era anche lui tra i bambini nella folla che applaudiva il passaggio di Hitler per le strade di Napoli. Era il 5 maggio del 1938. In quello stesso anno, nel mese di settembre Ugo viene allontanato dalla scuola per l'entrata in vigore delle leggi razziali emanate dal regime fascista. Quello che avvenne dopo, Ugo Foà lo racconta in un libro, "Il bambino che non poteva andare a scuola", uscito nel 2021 per Manni editori, che dovrebbe essere adottato in tutti gli istituti di ogni ordine e grado perché la memoria è (anche) studio.

Mercoledì 1° febbraio Ugo Foà, che oggi ha quasi 95 anni, sarà a Mariglianella per un incontro promosso dall'Istituto comprensivo diretto da Maria Grazia Avallone.

Interverranno il sindaco di Mariglianella, Arcangelo Russo; il docente universitario e dirigente Scolastico Michelangelo Riemma; il parroco  don Ginetto De Simone; l'assessore regionale a Scuola, politiche giovanili e sociali Lucia Fortini; il consigliere regionale Felice Di Maiolo

Un appuntamento che si colloca nella scia del Giorno della memoria celebrato il 27 gennaio, data della liberazione del lager di Aushwitz. 

Sono passati 84 anni, eppure "nonno" Ugo ricorda ancora la rabbia, il senso di smarrimento e di ingiustizia per quella espulsione dalla scuola che toccò lui e i suoi quattro fratelli. Ricorda Foà gli anni che seguirono, l'umiliazione dell'ultimo banco all'esame da privatista alleviata solo dalle parole sussurrate dall'insegnante che avvicinatolo gli disse: «Coraggio, presto passerà». Furono poi mesi e anni terribili, mesi passati a nascondersi da una strada all'altra del Vomero, braccati dai fascisti e tuttavia sempre protetti dal cuore grande dei napoletani. Salvi, Ugo e la sua famiglia, perché proprio il popolo, senza attendere gli americani, insorse liberandosi dai tedeschi e dai fascisti. Altri ebrei napoletani che avevano cercato scampo al Nord furono deportati nei campi di sterminio, come il piccolo Sergio De Simone che da lì non tornò più.

Testimone delle Quattro giornate di Napoli, l'ormai adolescente Ugo è una fonte inesauribile di conoscenza, non solo del periodo nazi-fascista ma anche di quanto accadde dopo; dell'immediato dopoguerra quando, tornato a scuola tra i banchi del liceo dove' fare i conti con quella indifferenza che prima aveva permesso la persecuzione degli ebrei, poi tentò di cancellare quel ricordo, come si fa con le cose che imbarazzano.

Ugo Foà, che ha aderito al Progetto memoria fondato da Piero Terracina, racconterà tutto questo ai ragazzi e agli adulti che parteciperanno all'incontro. E racconterà anche della sua paura di oggi, quella che ancora possa vincere l'indifferenza sull'umanità. 

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Il Mattino