Napoli, «Baretti Chiaia» uniti per la solidarietà

«Baretti Chiaia» uniti per la solidarietà
Il lato a colori e generoso del by night e la movida fa di certo meno notizia delle news di cronaca, ma merita a maggior ragione gli onori dell’informazione. ...

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Il lato a colori e generoso del by night e la movida fa di certo meno notizia delle news di cronaca, ma merita a maggior ragione gli onori dell’informazione.


L’associazione napoletana Baretti Chiaia non è nuova alla solidarietà e alle raccolte di donazioni a sostegno di iniziative o attività benefiche.

Si è conclusa da pochissimi giorni la raccolta organizzata da Natale in favore di uno dei progetti dell’Associazione Genitori Insieme, l’onlus che si occupa di attività ludico-ricreative e di ricerca per i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale Pausilipon di Posillipo. Salvadanai rossi sono stati esposti all’interno dei tanti locali che popolano la zona: H2NO, Jazzy, 66, Cantine Sociali, Chandelier, Spritz, Belledonne, Corner, Millys Bar, Babar, Wild, Seventy, La Fioreria Cafe, Bisi e Susciò.

Grazie alle generose offerte dei giovani clienti e i gestori che hanno aderito all’iniziativa, son stati raccolti circa 1.500 euro, che verranno devoluti per il progetto “La Casa di Alice”, struttura che ospita i piccoli pazienti oncoematologici che vengono da fuori per sottoporsi alle cure del Pausilipon. Un luogo dove i bambini possono alloggiare con le loro famiglie, un locale caldo e accogliente in cui possono sentirsi come a casa.

«Ringrazio il comitato Baretti Chiaia – ha dichiarato Fiorella Di Fiore, presidente Genitori Insieme Onlus – per l’impegno assunto e dimostrato. Siamo soddisfatti dell’esito di questa raccolta e ci auguriamo in futuro di metter in campo altre attività del genere».

L’iniziativa dimostra come la forza di aggregazione giovanile possa anche sostenere un’importante causa in favore di piccoli disagiati.

Aldo Maccaroni, presidente del Comitato Baretti Chiaia, spiega: «anche noi siamo gratificati dalla buona riuscita di questa raccolta e per aver dato un piccolo contributo a un progetto così luminoso come “La Casa di Alice”: è giusto che l’aggregazione in questa zona sia utilizzata anche per sostenere cause così nobili». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino