Campo da sminare. Prima e non dopo. Se Dries Mertens, fresco di rinnovo con il Napoli, ha invitato il 13enne Umberto, vittima di aggressione, sulla terrazza di Posillipo,...
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Progetto. «Il Fit Dojo apre le sue porte ai ragazzi protagonisti in negativo della vicenda di bullismo ai Colli Aminei. Mi piacerebbe accoglierli per un percorso formativo. L’invito è esteso anche ad Umberto», spiega Panarella, maestro del campione del mondo di shoot boxe e bronzo mondiale di kickboxing Francesco Iaconangelo.
Corsi e ricorsi storici. Episodi che ciclicamente si ripetono. «Già mi sono trovato in una situazione del genere anni fa a Secondigliano. Accolsi vittima e carnefice, il bullo e il bullizzato: iniziai a farli allenare insieme», racconta Panarella. Frutti evidenti. «Trascorso del tempo insieme, entrambi i ragazzi sono diventati amici e il ragazzo bullizzato è diventato cintura nera. Il bullo comprese l’errore e oggi ha, –è il caso di dirlo-, la testa sulle spalle: un lavoratore che aiuta spesso i suoi coetanei a Scampia».
Rispetto delle regole e cambiamento necessario. Atteggiamenti da non sottovalutare e modalità da non trascurare. Comportamenti da correggere e prevenire. «Più sport contro il bullismo». Panarella lancia il suo appello al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e al direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale, Luisa Franzese.
«Di comune accordo con i maestri Petito, Crispo, Montuoro, ci piacerebbe accogliere nella nostra struttura i ragazzi oggetto della vicenda alla ribalta della cronaca recente. Credo che un corso di combattimento sarebbe utile: insieme farebbero gruppo, convivendo e recependo le regole dello sport, iniziando un percorso di crescita e di reciproco aiuto. In passato, analoga esperienza è stata trattata in tal modo, rivelandosi poi efficace», afferma Panarella.
Resistenza emotiva messa a dura prova. «Il modello è quello del mio padre marziale adottivo, ovvero il maestro Gianni Maddaloni, che con il suo encomiabile lavoro a Scampia ha stravolto il mondo del sociale». E la citazione di Victor Hugo, tratta dalla celebre opera «I Miserabili», richiamata da Panarella rafforza il ragionamento. «Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori».
Battere l’odio e ridurre il disagio è possibile. Con la forza dello sport. «Chiedo che questi ragazzi ci vengano affidati tutti, per unirsi ai nostri corsi di kickboxing e shoot boxe al Finney e potersi, così, avvicinare ai veri valori della vita e migliorarsi, per non commettere più gli stessi errori», conclude Panarella. In nome della legalità.
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Il Mattino